IL CASO

Caso Regeni, il software di Hacking Team venduto all’Egitto

Lo rivela il Fatto Quotidiano dopo che il governo ha revocato la licenza all’export alla società milanese produttrice dell’Rcs Galileo

Pubblicato il 28 Apr 2016

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Hacking Team ha venduto il suo software spia “Galileo” all’Egitto. Lo rileva Il Fatto Quotidiano dopo che nei giorni scorsi il governo italiano ha revocato la licenza all’export alla società milanese. Una mossa,secondo alcuni analisti, inevitabile tenendo conto dei rapporti, sempre più incrinati, fra Italia ed Egitto a seguito della morte del giovane studente Giulio Regeni sulla quale non è stata ancora fatta luce.

Secondo quanto riporta Il Fatto, ci sarebbe un documento firmato dall’Ad di Hacking Team e consegnato al Mise (protocollato il 30 dicembre 2015), nel quale è riportata chiaramente l’indicazione del destinatario del software spia al “National Defense Council”, il Consiglio nazionale di difesa egiziano.

HT – scrive il giornale – ha “consegnato brevi manu” il sistema Rcs il 26 giugno 2015, emettendo fattura (013/2015) per 550 mila euro in esecuzione del contratto (numero 20140812.070-10.ES) con essa stipulato. Il Consiglio nazionale di difesa egiziano è un organismo costituito prevalentemente da militari. Nel report che HT ha consegnato al ministero dello Sviluppo economico, sono indicati altri 4 destinatari e utilizzatori finali dell’Rcs Galileo: la Internal security operations command in Tailandia (consegna brevi manu il 5 giugno 2015 per 360 mila euro); il Department of professional Technical II, General department of security, Ministry of public security in Vietnam (consegna brevi manu il 20 maggio 2015 per 590 mila dollari); il Prime minister’s department in Malaysia (consegna brevi manu il 23 dicembre 2015 per 100 mila euro). E, per finire, il Sis of Knb, ossia i servizi segreti del Kazakhstan (spedito il 5 maggio 2015 per 45 mila euro).

Nei giorni scorsi il governo, per bocca del sottosegretario al Mise Ivan Scalfarotto, ha risposto a un’interrogazione parlamentare di Scelta Civica sulla questione, affermando di non avere la lista di tutti i “clienti” dell’azienda. Sentito da ilfattoquotidiano.it, lo staff del sottosegretario Scalfarotto si limita a ribadire che “tutto quello che il Mise aveva da dire è stato detto ufficialmente nella risposta” all’interrogazione della deputata di Scelta civica.

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