Pubblichiamo le opinioni dei deputati e dei senatori che hanno aderito all’intergruppo sull’Innovazione. Un insieme di eletti bipartisan che “fa gruppo” con l’obiettivo di sensibilizzare i Palazzi e indirizzare i provvedimenti esaminati da aule e commissioni per “rimettere il digitale al centro delle decisioni parlamentari”.
Risponde Ivan Catalano, classe 1986, eletto alla Camera a marzo 2013 nella lista del Movimento 5 stelle beppegrillo.it. Dal 27 febbraio è iscritto al Gruppo misto. Fa parte della commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni.
Onorevole Catalano, perché ha aderito a questo intergruppo?
L’adesione nasce spontanea perché già con diversi atti di indirizzo parlamentare avevo sollecitato il Governo su alcuni temi del codice sull’amministrazione digitale, soprattutto nel campo dei trasporti. Questi temi fanno parte della mia sensibilità personale, così quando Paolo Coppola, con cui ho lavorato insieme in commissione Trasporti per introdurre la gestione dei dati aperta nella legge per gli interporti, mi ha proposto di aderire, ho accettato volentieri.
Lei è tra i firmatari di una lettera al ministro Giannini, l’ultima iniziativa promossa dall’intergruppo. Qual è il valore di questa proposta?
Stiamo cercando di occuparci della liberalizzazione dei dati nella pubblica amministrazione a 360 gradi, e un primo passo è stato quello di cercare di coinvolgere anche il ministro Giannini sul fronte dei dati delle università. E’ un’idea che giova al progresso tecnologico negli atenei e va nella direzione di fornire agli studenti i migliori strumenti per il loro orientamento.
Quali sono gli interventi prioritari su cui lavorerete?
Intanto la semplificazione nella comunicazione tra gli enti della PA: digitalizzare, eliminando quanto più possibile la carta, adottando uno standard unico per lo scambio di informazioni tra gli enti, in modo che anche i cittadini possano interagire da casa tramite applicazioni web o sportelli telematici. Secondo passaggio è digitalizzare i dati della PA: anagrafe, dati fiscali, della motorizzazione, del territorio, perché i cittadini possano avere la possibilità di essere agevolati anche nel non commettere errori, grazie ai sistemi e ai dati che si incrociano in automatico. E poi lo standard aperto nei trasporti, che secondo me dovrebbe essere uno degli obiettivi dell’intergruppo.
Cosa intende esattamente?
Attualmente ogni modalità che fa trasporto passeggeri o merci è un compartimento stagno, e non c’è un protocollo condiviso di comunicazione. Oggi ogni operatore privato è titolare dei dati che gestisce e dei sistemi che usa, non c’è uno standard comune. E’ prevista una piattaforma di questo tipo, ma avanza con lentezza ed è ancora in fase di preparazione. Liberare questi dati vorrebbe dire gestire in maniera efficiente le modalità di spostamento dei passeggeri, calcolando ad esempio anche una tariffa unica, ottimizzando gli spostamenti ed evitando gli sprechi. Per le merci vuol dire evitare le rotture di carico, cioè casi in cui la merce passa da un mezzo di trasporto all’altro perdendo tempo, e posso finalmente ottenere la tracciabilità completa degli spostamenti.
L’intergruppo riunisce ormai più di 50 deputati e senatori da diversi schieramenti politici. Qual è il valore aggiunto?
Si sposta la questione essenzialmente sul campo tecnico, siamo tutti accomunati da un desiderio di innovazione. Ognuno nel proprio partito ha un programma: mettendo a margine le ideologie ci si può concentrare di più sull’aspetto tecnico e normativo, e questo è il vantaggio principale di un intergruppo. E inoltre riusciamo a guadagnare tempo rispetto al processo, ben più complicato, di istituzione di una commissione ad hoc.
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