Sono 4,7 miliardi le persone che posseggono un cellulare, ogni giorno vengono scambiati oltre 410 miliardi di email e 35 miliardi di Sms e postate più di 700 milioni di fotografie sui social network. Sono dati tratti dal New Jersey Big Data Review 2015, illustrati questa mattina da Mario Rasetti, presidente dell’Isi Foundation, nel corso del convegno “Big Data for Business” alla Luiss.
Al centro del convegno il tema della diffusione sempre più estesa delle tecnologie digitali, della capacità di organizzarle e gestirle per fare impresa e il fenomeno dei Big Data che, trasformando il modo di gestire le informazioni, sta assumendo una crescente rilevanza nelle dinamiche competitive delle imprese. “Big Data è la tessere di un grande mosaico, quello della traformazione digitale dell’economia – ha detto il presidente di Confindustria Digitale Elio Catania – Le aziende, le imprese stanno diventando qualcos’altro. E’ un rinnovamento che toccherà tutti i settori. L’economia della condivisione non ha limiti”.
C’è ancora un grande gap fra il nostro ed altri grandi paesi, secondo Catania, ma “alcune aziende hanno capito che resistere non serve a nulla. La trasformazione digitale deve essere abbracciata in modo pieno, deve essere il progetto centrale per ridare crescita e occupazione. Il gap sta nei 25 miliardi di media che gli altri paesi investono sul digitale, cosa che noi non facciano.
Potrebbe costarci un punto e mezzo di Pil e oltre 700mila posti di lavoro. La leadership di questo paese ha colto di questa trasformazione solo l’aspetto tecnologico, non economico, sociale, competitivo”. Ma qualcosa sta cambiando.
“Ci sono segnali importanti, forti – ha aggiunto – il tema sta maturando nelle leadership del settore pubblico e privato. Le imprese hanno capito che la digitalizzazione è una questione di sopravvivenza. Occorre portare nel manifatturiero e nella pubblica amministrazione il tema della trasformazione digitale. Credo che il presidente del consiglio Renzi abbia a cuore questa innovazione e credo sia una priorità della sua agenda”.
Fondamentale è il tema della formazione. “Non dobbiamo mollare la presa – ha sottolineato Catania – dobbiamo martellare, deve diventare la cultura prevalente. L’economia sembra si sia rimessa in movimento, c’è un moderato clima di fiducia, sono elementi che ci devono incoraggiare. Ci sono le condizioni giuste. Sulla trasformazione digitale siamo ancora indietro, sono processi nuovi e non facili, le resistenza sono tante, ma non dobbiamo fermarci”.