Passare da costose raccomandate internazionali a comode Pec riconosciute e accettate anche in altri Stati, bandire l’invio di fatture cartacee all’estero in favore delle loro equivalenti elettroniche o finalizzare contratti oltralpe tramite firme da remoto con pieno valore legale: non si tratta di uno scenario futuristico, ma di esempi reali delle numerose transazioni elettroniche rese possibili in ambito Ue dall’entrata in vigore del Regolamento eIDAS (electronic Identifiction Authentication and Signature) 910/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio, che ha dato un significativo impulso all’istituzione di una “identità digitale europea”.
Il Regolamento, infatti, detta le regole per l’interoperabilità e il reciproco riconoscimento dei sistemi di autenticazione e identificazione elettronica dei singoli Stati; inoltre, fissa quelle per rendere validi a livello europeo anche i cosiddetti servizi fiduciari (“trust services”) di ciascun Paese, ossia quei servizi Ict quali marche temporali, firme elettroniche, Posta Elettronica Certificata o certificati di autenticazione dei siti web in cui la componente “fiduciaria” risiede essenzialmente nella qualifica degli operatori che li erogano.
L’obiettivo? Fare da volano alla diffusione di interazioni elettroniche sicure e certificate tra persone, imprese e istituzioni per stimolare l’efficienza della macchina pubblica e lo sviluppo del business elettronico a livello comunitario.
Terreno fertile, quindi, per tutte quelle realtà che anche nel nostro Paese fanno del commercio con l’estero la leva fondamentale per la loro crescita. Per loro si semplificheranno le opportunità di business e se ne apriranno di nuove. E con i benefici della dematerializzazione “transfrontaliera” sarà anche possibile abbattere costi e tempi dei processi interni che regolano le attività con l’estero rendendoli più efficienti.
Il Regolamento, entrato in vigore il 17 settembre, sarà applicabile in tutti gli Stati dal 1 luglio 2016, ma fino ad allora conviverà con l’attuale normativa. Perché, quindi, non approfittare subito delle opportunità che offre? A patto, ovviamente di dotarsi di soluzioni di dematerializzazione e di “trust services” già conformi ai suoi dettami.
InfoCert, Certification Authority leader di mercato con più di cinque milioni e mezzo di certificati di firma digitale, un milione e quattrocentomila caselle di Posta Elettronica Certificata e circa seicento milioni di documenti conservati in modalità sostitutiva, offre già oggi tutta una gamma di servizi allineati ai requisiti del Regolamento: le aziende più lungimiranti, possono quindi cogliere fin d’ora le opportunità di potenziamento del business e di maggiore efficienza che questo introduce. Il tutto con la garanzia di una consolidata storia di affidabilità, che fa di InfoCert il partner “fiduciario” ideale per servizi di dematerializzazione vincenti anche in Europa.