“Tim deve cambiare mentalità, è un problema culturale complessivo. Abbiamo dimostrato in soli nove mesi come, lavorando sodo, si possano portare risultati. Sono convinto che le persone, vedendo i fatti, capiranno che non è un effetto annuncio, ma sostanza”. Così l’Ad di Tim, Flavio Cattaneo, che in un’intervista al Corriere della Sera spiega che “fermare il declino del gruppo rilanciandolo significa dare un futuro roseo e mettere in sicurezza anche l’occupazione; dobbiamo concentrarci sui nostri clienti, migliorando la qualità e offrendo nuovi prodotti e servizi eccellenti”.
“Vogliamo rendere la vita più facile ai nostri clienti attraverso l’unione della nostra tecnologia, nella quale siamo leader, con accordi in esclusiva, come quelli con Samsung o Bang & Olufsen – dice il manager – Obiettivo è fornire al cliente qualsiasi oggetto di alta qualità che sia collegato alla rete, al prezzo più conveniente e alla velocità massima possibile. Questo vale sia per il mercato consumer sia per le aziende con ad esempio il cloud”. Cattaneo osserva che “noi facciamo il nostro mestiere, che è quello di offrire connessione, servizi, e, anche grazie ai nostri partner, permettere ai clienti di avere contenuti premium, siano essi film, serie o musica”. L’Ad garantisce che “tutti gli azionisti, non solo Vivendi, hanno condiviso il piano industriale, che è un piano di trasformazione e sviluppo, non solo in Italia ma anche in Brasile. Far crescere la società è anche e soprattutto l’obiettivo dei soci”.
“I nostri clienti avranno contenuti televisivi premium, per lo sport dipenderà dai costi dei diritti per la banda larga, musica, gaming – conclude Cattaneo – Nella prima era delle tlc le società di telecomunicazioni hanno effettuato investimenti miliardari per realizzare infrastrutture dati di cui poi hanno beneficiato gli over the top (Facebook, Google, ndr) che oggi capitalizzano più delle telco stesse. Questa seconda era vedrà i contenuti al centro dell’attenzione e non possiamo commettere gli errori del passato, quindi noi saremo presenti nei contenuti”.
Sulla rete digitale italiana, Cattaneo osserva: “Le classifiche sono fotografie di situazioni del passato. In soli due anni, la copertura del Paese in banda ultralarga da parte di Tim è passata dal 24% al 60%: nei prossimi anni investiremo complessivamente 11 miliardi di euro per arrivare al 95% dell’Italia raggiunta dalla fibra ottica. A cui va aggiunta la banda ultralarga wireless. A oggi – continua – viaggiamo a circa 500mila case al mese connesse. Il nostro obiettivo è diventare la società meglio infrastrutturata, non solo in Italia ma a livello internazionale, con velocità fra i 100 e i 1000 megabit al secondo e il mobile di ultimissima generazione, per il quale a Torino abbiamo già avviato la sperimentazione del 5G. Grazie anche al fatto che quasi tutte le nostre torri sono già connesse in fibra ottica”. II manager conferma il lancio del marchio “no frills” con “pochissime tariffe per un cliente attento al prezzo e all’essenzialità”, spiega il manager.