Possono i telefonini aiutare a ridurre le emissioni di CO2 e
contribuire alla lotta al cambiamento climatico? Sì, secondo gli
analisti di Juniper Research. “Anche se, nel ciclo di vita della
telefonia mobile, la maggior parte del consumo di energia, e quindi
di emissioni di CO2, è riferibile ai network, il terminale ha un
peso nell’equazione”, si legge nel white paper, appena
pubblicato, intitolato “Green growth for handsets”, parte di un
vasto studio su strategie, scenari e previsioni sul mercato dei
cellulari eco-compatibili e applicazioni green di qui al 2014.
Secondo Juniper produttori e operatori sono chiamati a rispondere
alla sfida del Protocollo di Kyoto e ad aumentare nei prossimi
cinque anni gli sforzi per ridurre l’impatto ambientale derivante
dall’uso del cellulare. Un utente mobile medio è responsabile di
25 Kg di emissioni di CO2 l’anno; a fine 2008 gli utenti
mondiali di cellulari hanno generato 93 megatonnellate di anidride
carbonica.
Le aziende – sottolinea la società di analisi – possono puntare su
diversi aspetti per migrare verso telefonini più “verdi”:
aumentare l’efficienza energetica di dispositivi e
caricabatterie, magari anche ricorrendo alle fonti rinnovabili per
l’alimentazione energetica; adottare metodi di produzione più
“amici” dell’ambiente; ridurre le emissioni in fase di
trasporto e i materiali in quella di imballaggio; incoraggiare i
consumatori a riciclare i cellulari usati. Anche le applicazioni
“verdi”, nota Juniper, costituiscono un mercato in crescita e
attraente per i consumatori: si tratta perlopiù di soluzioni che
“calcolano” il costo per l’ambiente, in termini di emissioni
di CO2, e quindi possono spingere l’utente a comportamenti più
environment-friendly. Secondo la società di ricerche, nello
scenario più ottimistico (definito “transformational”, perché
destinato a rivoluzionare il mercato), nel 2014 saranno 485 milioni
i cellulari “verdi” in circolazione. E anche volendo immaginare
una crescita più lenta, con una migrazione graduale verso i
cellulari green, le unità vendute potrebbero crescere dalle
250.000 di fine 2009 a oltre 105 milioni nel 2014. A fronte di una
domanda di mercato crescente, corrisponderà – sostiene Juniper –
un aumento delle aziende in grado di proporre telefonini a base di
materiali riciclati o più efficienti nell’utilizzo
dell’energia.
L’ipotesi più probabile è quella di una migrazione lenta e
graduale ma costante. “I produttori iniziano solo adesso a
introdurre cellulari più attenti all’ambiente e quindi i volumi
di vendita sono e resteranno inizialmente bassi, anche volendo
prevedere uno scenario di sviluppo molto ottimistico – spiega
l’analista Windsor Holden -. Per il futuro ci possiamo aspettare
non che le aziende passino a una produzione esclusiva di telefonini
‘verdi’ ma che introducano, tra i propri modelli, un’offerta
sempre più ampia di device con caratteristiche ecologiche, che
diventeranno via via sempre più numerose e importanti”.
Fra le iniziative che produttori e operatori dovrebbero
incoraggiare – perché è tra quelle a cui i consumatori
risponderanno attivamente, sostiene Jumiper – la restituzione dei
vecchi cellulari per il loro corretto smaltimento o riciclo, una
pratica attualmente ancora poco sviluppata.