ChatGpt sarebbe in grado di comporre un documento di policy destinato al Direttorio della Banca d’Italia? Qual è il suo potenziale in compiti di scrittura complessi come questo? A tentare di dare una risposta a queste domande è stato l’esperimento dal titolo “Loquacità ed emotività: ChatGpt come consulente di policy” (SCARICA QUI IL TESTO ORIGINALE), pubblicato nella collana “Questioni di economia e finanza” della Banca d’Italia.
Un “acceleratore”, ma con una criticità importante
Dall’analisi emerge che ChatGpt può accelerare i flussi di lavoro, fornendo suggerimenti di contenuto ben strutturati e producendo grandi quantità di testo linguisticamente corretto in pochi secondi, ma con una criticità importante: “Il documento prodotto può tuttavia risultare errato, superficiale o irrilevante – scrivono infatti gli studiosi -, ed è pertanto necessario che il software sia utilizzato da utenti esperti nella materia trattata e consapevoli delle limitazioni dello strumento“. Ne consegue che questo aspetto di problematicità del sistema, errori e superficialità, “riduce i guadagni di produttività del software”.
Il boom della Generative AI
ChatGpt è un software basato su intelligenza artificiale che cerca di simulare le abilità umane di conversazione, ricorda l’analisi. “Esso è talvolta descritto come un innovativo strumento di produttività anche per chi svolge lavori creativi o intellettuali”.
Questo strumento ha dato il via a un uso frenetico dell’intelligenza artificiale generativa nelle attività quotidiane, dall’editing alla codifica, e ha raggiunto 100 milioni di utenti attivi mensili a gennaio, due mesi dopo il suo lancio. La tecnologia dell’intelligenza artificiale generativa utilizza i dati passati per creare nuovi contenuti, ad esempio per scrivere saggi o poesie. Prima del lancio, Meta’s Threads era l’applicazione consumer in più rapida crescita di sempre ed è ora uno dei 30 migliori siti web al mondo.