I colli di bottiglia nell’offerta globale di alcuni tipi di chip non verranno meno prima del 2023, nonostante l’inflazione stia riducendo la domanda complessiva per alcuni beni di consumo che ne richiedono la dotazione. Lo ha affermato, in un intervista alla Reuters, Stefan Hartung, amministratore delegato della Bosch, multinazionale tedesca e leader mondiale per componenti di autovetture. Il ceo dell’azienda con sede a Stoccarda ha quindi annunciato un piano di investimenti dell’azienda da circa 3 miliardi di euro, da destinare alla produzione di chip fino al 2026, nell’ottica di una riduzione della dipendenza europea da fornitori esteri, Russia in particolare.
Soddisfare la domanda europea
“La situazione migliorerà nel 2022 ma i colli di bottiglia persisteranno nel 2023. Le singole aziende potrebbero diminuire la loro domanda di chips, in caso di flessione (dell’economia globale, ndr)…ma non si può costruire una strategia basandosi su questa eventualità”, ha detto Hartung. “L’obiettivo deve essere quello di produrre chip per soddisfare la domanda dell’industria europea. E ciò significa non limitarsi ai chip più piccoli, in fondo alla scala”, ha proseguito. Mentre alcune aziende – come la Intel – che producono chip si stanno concentrando sullo sviluppo di modelli da 2 nanometri, i centri di produzione di wafer della Bosch sono concepiti per produrre chip da 40 a 200 nanometri, molto utilizzati nell’elettromobilità. “I nostri fornitori dovranno allocare le loro risorse limitate in modo mirato, e noi dovremo fare lo stesso con i nostri clienti”, ha concluso. Bosch utilizza gran parte dei chip che produce per i propri prodotti, ma conta anche sull’offerta da terze parti.
Si valuta la produzione con nitruro di gallio
La multinazionale valuterà anche la possibilità di produrre chips utilizzando il nitruro di gallio, che può ridurre fino a quattro volte il consumo di energia, rispetto a quanto consumano i chip tradizionali in silicone. Il gruppo tedesco, che ha rapporti commerciali con quasi tutte le aziende automobilistiche al mondo e produce chip e sensori anche per cuffie, smartphone e altri dispositivi elettronici, immetterà subito 170 milioni di euro per lo sviluppo di nuovi centri in Germania, e altri 250 milioni di euro per l’allargamento della sua fabbrica a Dresda.