Cisco lancerà un centro per la progettazione di chip di ultima generazione in Spagna, e più precisamente a Barcellona. L’annuncio è stato dato da Chuck Robbins, presidente e amministratore delegato di Cisco, in un incontro con Pedro Sánchez, Primo ministro spagnolo.
Lo scenario di sviluppo
Nell’ambito della sua roadmap globale studiata per abilitare una catena di fornitura globale di semiconduttori affidabile, scalabile e sostenibile, Cisco intende realizzare la struttura inserendola nel progetto strategico spagnolo Recovery and Economic Transformation of Microelectronics and Semiconductors (Perte Microchip). Il centro, si legge in una nota, mira a contribuire alla buona riuscita del piano mettendo a disposizione le conoscenze e l’esperienza di Cisco nel settore. Situato nei pressi del Cisco Innovation Center di Barcellona, la struttura è la prima del suo genere per il gruppo nell’Unione Europea.
L’iniziativa spagnola, del resto, si inserisce a sua volta nel piano varato l’anno scorso dall’Unione Europea per rafforzare la competitività e la resilienza dell’Europa nelle tecnologie e nelle applicazioni dei semiconduttori in modo da sostenere la doppia transizione tra digitale e verde. Parte di tale missione, l’Eu Chips Act getta le basi per un nuovo ecosistema dell’innovazione nell’UE, collegando capacità di ricerca, progettazione e sperimentazione di livello mondiale, creando posti di lavoro nel campo della conoscenza e favorendo la crescita economica.
Il ruolo della Spagna nell’Europa digitale
“La Spagna sta per diventare un attore chiave nel raggiungimento dell’obiettivo dell’Ue di raggiungere il 20% del mercato mondiale dei chip entro il 2030. Abbiamo approvato il programma Perte Microchip e abbiamo messo in atto la tabella di marcia, le riforme e gli incentivi per attrarre talenti e rafforzare l’attuale ecosistema spagnolo”, ha commentato Pedro Sánchez. “La dedizione di aziende come Cisco contribuirà a rafforzare il nostro ecosistema di innovazione e ad essere all’avanguardia nel progresso tecnologico, industriale e sociale”.
Chuck Robbins ha aggiunto: “La tecnologia ha la capacità di aiutare i paesi a promuovere il loro sviluppo sociale ed economico e ad avvicinarsi ancora di più a un futuro inclusivo per tutti. L’annuncio del nuovo centro rafforza l’impegno di Cisco a supportare l’ecosistema digitale in Spagna e in tutta Europa. I semiconduttori sono essenziali per tanta innovazione e i nostri progressi in questo campo aiutano a superare i limiti di prestazioni, economici e consumi energetici dell’attuale infrastruttura. Cisco è entusiasta di assumere un ruolo attivo nell’affrontare le forniture di semiconduttori con lo sviluppo di questo centro di progettazione e siamo anche entusiasti di poter sfruttare i talenti in tutto il mondo e aiutare davvero a costruire l’Internet del futuro”.
L’impegno di Cisco in Spagna
Cisco ha un impegno di lunga data nei progetti di digitalizzazione che in Spagna promuovono l’imprenditorialità e l’innovazione, sviluppando infrastrutture, creando competenze e rafforzando la sicurezza informatica. Il programma Country Digital Acceleration di Cisco, chiamato Digitaliza, è stato per esempio lanciato nel Paese nel 2019. Da allora, il programma si è ampliato e ora comprende molti settori e aree sociali, tra cui infrastrutture critiche, servizi pubblici, produzione, energia, fintech, turismo intelligente e altri .
Nell’ambito di Digitaliza, Cisco prevede di educare e riqualificare 40 mila tra studenti, lavoratori e disoccupati nelle tecnologie digitali nei prossimi 12 mesi attraverso la Cisco Networking Academy. Ciò aumenterà il numero totale di spagnoli che hanno partecipato ai corsi della Networking Academy a oltre 300 mila entro la fine del 2023.
Cisco sta inoltre investendo nello sviluppo di tecnologie chiave come 5G/WiFi 6, IoT, intelligenza artificiale, cloud e reti di nuova generazione, contribuendo al progresso nell’agenda digitale nazionale spagnola e consentendo una trasformazione che sia verde e digitale.
In Italia resta al palo il piano Intel
Intanto in Italia l’investimento Intel da 4,5 miliardi (e 5mila posti di lavoro tra diretti e indotto) per la realizzazione di una fabbruca di packaging per i chip, che dovrebbe sorgere in Veneto, è al palo. Dopo lo stop imposto dalle elezioni politiche e dal cambio di governo, dalla multinazionale americana trapela – scrive Il Sole 24 Ore – che non c’è stato ancora un confronto con il nuovo esecutivo che dovrebbe fornire rassicurazioni sulla volontà di proseguire con un corposo pacchetto di risorse pubbliche e di interventi anti burocrazia.
Intel attraverso un portavoce fa sapere che “prosegue il nostro piano di investire in Unione europea e attendiamo di riprendere a lavorare con il nuovo governo italiano”.
Nei giorni scorsi il ministro delle Imprese Adolfo Urso, che ha ereditato il dossier da Colao, ha fatto sapere che “la scelta sulla sede dello stabilimento spetta all’azienda sulla base delle condizioni che riterrà più opportune”.