Rivalutare l’Accordo comprensivo sugli investimenti (Cai) con la Cina. È l’opzione messa sul tavolo dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel corso di un intervento all’European policy center di Bruxelles. “Non vogliamo tagliare i legami economici, sociali, politici e scientifici – ha puntualizzato – La Cina è un partner commerciale fondamentale: rappresenta il 9 per cento delle nostre esportazioni di beni e oltre il 20 per cento delle nostre importazioni di beni. Sebbene gli squilibri siano in aumento, la maggior parte dei nostri scambi di beni e servizi rimane reciprocamente vantaggiosa e non rischiosa”.
Ma secondo von der Leyen le relazioni sono squilibrate e sempre più influenzate dalle distorsioni create dal sistema capitalistico statale cinese. “Dobbiamo quindi riequilibrare queste relazioni sulla base della trasparenza, della prevedibilità e della reciprocità e garantire che le nostre relazioni commerciali e di investimento promuovano la prosperità in Cina e nell’Ue”, ha aggiunto.
Maggiore coordinamento tra gli Stati membri
Una forte politica europea per la Cina “si basa su un forte coordinamento tra gli Stati membri e le istituzioni dell’Ue, e sulla volontà di evitare le tattiche di divide et impera, che sappiamo di dover affrontare”, per la presidente della Commissione Ue.
“Dobbiamo adeguare la nostra strategia al modo in cui il Partito comunista cinese (Pcc) sembra cambiare. Ma se vogliamo gestire questa relazione per prepararci al futuro, dobbiamo farlo insieme – ha detto von der Leyen – Ma voglio anche dire che in geopolitica nulla è inevitabile. La Cina è un mix affascinante e complesso di storia, progresso e sfide. E definirà questo secolo. Ma la nostra storia sul modo in cui ci rapportiamo alla Cina non è ancora del tutto scritta, e non deve essere necessariamente difensiva”.
“Dobbiamo dimostrare collettivamente che il nostro sistema democratico, i nostri valori, la nostra economia aperta possono garantire prosperita’ e sicurezza ai cittadini – ha continuato nel suo discorso – Allo stesso tempo, dobbiamo essere sempre pronti a dialogare e lavorare con chi vede il mondo in modo diverso. È su questo che si lavora ogni giorno. Ed è cioè in cui l’Europa crederà sempre”.
Il ruolo del Net-zero industry Act
In questo contesto è cruciale per la Ue aumentare l’indipendenza sull’approvvigionamento delle materie prime critiche. Con il Net-zero industry act, la Ue è riuscire a produrre almeno il 40 per cento delle tecnologie pulite in Europa.
“Per raggiungere questo obiettivo, avremo bisogno di maggiore indipendenza e diversità per quanto riguarda i fattori di produzione chiave necessari per la nostra competitività – ha sottolineato von der Leyen – Sappiamo che in questo settore dipendiamo da un unico fornitore, la Cina, per il 98 per cento delle nostre forniture di terre rare, il 93 per cento del magnesio e il 97 per cento del litio”, ha detto. “La nostra domanda di questi materiali salirà alle stelle con l’accelerazione della transizione digitale e verde. Si prevede che le batterie che alimentano i nostri veicoli elettrici faranno aumentare la domanda di litio di 17 volte entro il 2050. Per questo motivo, abbiamo presentato una legge sulle materie prime critiche per contribuire a diversificare e garantire l’approvvigionamento”, ha aggiunto.
“Dobbiamo pensare a questo aspetto in tutto il nostro mercato unico, per rafforzare la nostra resilienza nei settori cibernetico e marittimo, spaziale e digitale, della difesa e dell’innovazione”, ha concluso von der Leyen.
Le relazione con i Paesi dell’Asia-Pacifico
Contestualmente a una rivisitazione degli accordi con la Cina, la Ue guarda anche ad altri Paesi dell’Asia-Pacifico. “Ci concentreremo sugli accordi di libero scambio laddove non ne abbiamo ancora – come con la Nuova Zelanda, l’Australia, l’India e i nostri partner dell’Asean e del Mercosur e sulla modernizzazione degli accordi – come quelli con il Messico e il Cile – nonché su un migliore utilizzo di quelli già esistenti”, ha annunciato von der Leyen.
“Rafforzeremo la cooperazione in settori quali il digitale e la tecnologia pulita, attraverso il Consiglio per il commercio e la tecnologia con l’India o il Consiglio Ue-Giappone – ha concluso – Inoltre, investiremo in infrastrutture nella regione e oltre, attraverso la strategia Global Gateway. Stiamo offrendo ai Paesi in via di sviluppo una vera scelta quando si tratta di finanziamenti per le infrastrutture”.