SCENARI

Chip, fuggi fuggi dalla Cina? Dell punta all’exit nel 2024

Mercato sempre più in fibrillazione, tutta la supply chian destinata a un cambio di passo importante. Trimestrale in forte ribasso per Samsung: attesi utili dimezzati. Ripartono le trattative sulla fusione Western Digital-Kioxia

Pubblicato il 05 Gen 2023

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Dell intende estromettere i chip prodotti in Cina dalle sue catene di fornitura entro il 2024. Il colosso dell’informatica ha già richiesto ai suoi fornitori di ridurre drasticamente tutte le componenti provenienti da Pechino, con l’obiettivo dichiarato di diversificare la filiera in risposta alle crescenti tensioni geopolitiche. A dirlo è il quotidiano Nikkei, facendo riferimento a tre fonti aziendali che sono rimaste anonime. Strategia in linea con quella del principale rivale statunitense, Hp, che a sua sta esplorando il mercato per valutare il trasferimento dei processi di produzione e assemblaggio dalla Cina ad altri Paesi.

Più nello specifico, la terza azienda mondiale per volume di spedizioni di personal computer ha comunicato ai partner di voler conseguire un livello “significativamente inferiore” di chip e componenti prodotti in Cina, anche da aziende non cinesi. Nikkei parla di “obiettivi piuttosto aggressivi”: la società sarebbe anche pronta a cambiare fornitori in assenza di riscontri.

Per Samsung in arrivo una trimestrale con utili dimezzati

La mossa di Dell riflette d’altra parte le dinamiche che stanno caratterizzando il mercato in questi mesi. Lo scenario è particolarmente complesso anche per Samsung, il cui utile trimestrale, secondo gli analisti, scenderà probabilmente del 58%. I risultati preliminari venerdì dovrebbero essere pubblicato domani, mentre quelli risultati completi entro la fine del mese. Stando alle stime di 21 osservatori raccolte da Refinitiv, l’utile operativo è probabilmente sceso a 5,9 trilioni di won (4,62 miliardi di dollari) nel trimestre ottobre-dicembre. Sarebbe il profitto trimestrale più basso di Samsung dal terzo trimestre del 2016 e si confronta con un utile operativo di 13,87 trilioni di won un anno prima.

Ma, come detto, la performance è coerente con l’attuale fisionomia del mercato: “Consumatori e imprese riducono la spesa e gli investimenti di fronte all’elevata inflazione e all’aumento dei tassi di interesse, mentre i produttori di smartphone e altri clienti hanno messo un freno agli ordini di chip di memoria, con device venduti a prezzi inferiori”, nota per esempio Kim Roko, analista di Hana Financial Investment.

Stando alle stime degli analisti riportate da Reuters, l’utile operativo per il solo business dei chip, che rappresenta circa la metà dei profitti di Samsung, è probabilmente sprofondato del 78% a 1,9 trilioni di won, secondo una media di sette stime degli analisti. I prezzi di alcuni processori di memoria Dram, ampiamente utilizzati negli smartphone e nei Pc, sono del resto crollati del 40% nel corso dell’anno, mentre i prezzi dei chip flash Nand, utilizzati per l’archiviazione dei dati, sono diminuiti del 14%, secondo le previsioni TrendForce.

“Per far fronte alla recessione, con ogni probabilità Samsung farà ricorso alla cassa, espandendo la propria quota di mercato e mantenendo in gran parte i suoi piani di investimento”, sostengono gli analisti, che reputano l’azienda in grado di trarre vantaggio quando il mercato dei chip di memoria, alla fine, si riprenderà.

Le azioni del colosso sono scese di circa il 29% nel corso del 2022 prima di rimbalzare questa settimana quando la Corea del Sud ha annunciato agevolazioni fiscali previste per gli investimenti nei semiconduttori.

Riprendono i colloqui per il merger Western Digital-Kioxia?

L’altra notizia di rilievo sullo scacchiere internazionale è la possibile ripresa dei colloqui sull’accordo di fusione tra l’americana Western Digital e la giapponese Kioxia. L’indiscrezione arriva da Bloomberg, che cita fonti a conoscenza della questione. La struttura di un potenziale deal sarebbe comunque fluida ed entrambe le aziende, che già gestiscono uno stabilimento congiunto di chip di memoria flash a Yokkaichi, nel Giappone centrale, stanno valutando la possibilità di fondersi in un’unica società quotata in borsa.

Anche se le due organizzazioni non hanno confermato né smentito l’indiscrezione, le azioni di Western Digital sono aumentate di circa l’8% negli scambi dopo la pubblicazione della notizia. Il mercato, d’altronde, era in attesa di un segnale: la società di chip di memoria con sede negli Stati Uniti aveva dichiarato a giugno che stava esaminando alternative strategiche, comprese le opzioni per separare le sue attività di memoria flash e unità disco rigido.

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