TECH WAR USA-CINA

Chip, gli Usa revocano le restrizioni all’export per Samsung e SK Hynix

Le due aziende sudcoreane certificate come “utenti finali verificati”. Consentita l’esportazione delle apparecchiature verso le fabbriche cinesi senza un processo di approvazione separato. Intanto per Samsung si profilano conti in forte ribasso: l’utile del terzo trimestre stimato a -80%. In Italia parte la nuova edizione dell’Innovation Campus

Pubblicato il 10 Ott 2023

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Gli Stati uniti hanno deciso di consentire l’esportazione delle proprie apparecchiature per la produzione di semiconduttori agli stabilimenti cinesi di Samsung Electronics e SK Hynix  senza la necessità processo di approvazione ad hoc.

Il via libera per le fabbriche di Samsung e SK Hynix

La notizia arriva dall’agenzia di stampa Yonhap, che cita direttamente la presidenza sudcoreana. L’amministrazione Biden ha designato le fabbriche di chip di Samsung Electronics e SK Hynix in Cina come “utenti finali verificati”, sottraendo così l’export di materiali e apparecchiature Usa a questi impianti dal regime di restrizioni nei confronti di Pechino. “La decisione del governo degli Stati Uniti significa che la questione commerciale più significativa delle nostre aziende di semiconduttori è stata risolta“, ha detto durante un briefing Choi Sang-mok, segretario presidenziale senior per gli affari economici.

Samsung, il più grande produttore di chip di memoria al mondo, gestisce uno stabilimento di produzione nella metropoli di Xian, che rappresenta circa il 40% della sua produzione globale di flash Nand. A Suzhou, inoltre opera una fabbrica di imballaggi per semiconduttori. SK Hynix attualmente è proprietario di diversi stabilimenti in Cina, incluso uno nella città orientale di Wuxi, dove produce circa la metà dei suoi chip Dram destinati alla vendita globale

Washington ha già notificato la sua decisione alle due società sudcoreane e, secondo Choi, questa avrà effetto immediato. Nell’ottobre dello scorso anno, gli Stati Uniti avevano annunciato una serie di restrizioni per limitare le esportazioni di alcune apparecchiature e materiali per la produzione di semiconduttori alle aziende cinesi, nel tentativo di rallentare i progressi tecnologici di Pechino in questo settore strategico. Samsung Electronics e SK Hynix avevano ricevuto una deroga di un anno a causa dei timori che la mossa potesse interrompere le loro attività in Cina, ma l’ultima decisione cancella le incertezze.

Nel terzo trimestre crollano gli utili di Samsung: -80%

Non ci sono però solo buone notizie per Samsung: l’utile del terzo trimestre del colosso dell’elettronica di consumo sarebbe infatti crollato dell’80% rispetto all’anno precedente, a causa degli effetti della carenza di chip a livello globale, che ha portato a perdite in quella che è normalmente l’attività più redditizia del gigante tecnologico sudcoreano. La società annuncerà domani i risultati preliminari del terzo trimestre, che, secondo una stima Lseg SmartEstimate di 19 analisti, vedono l’utile operativo sceso a 2,1 trilioni di won (1,56 miliardi di dollari) tra luglio e settembre. Il dato, se confermato, si confronterebbe con un utile operativo di 10,85 trilioni di won nel trimestre di settembre dell’anno scorso.

L’inversione di tendenza è dovuta al fatto che la divisione chip, tradizionalmente la più profittevole, ha probabilmente riportato perdite trimestrali tra i 3mila e i 4mila miliardi di won dopo che i prezzi dei chip di memoria, scesi a livelli bassissimi, non si sono ripresi così velocemente come alcuni avevano previsto.

Gli analisti hanno detto che i tagli alla produzione di chip di Samsung hanno anche danneggiato le economie di scala, aumentando i costi di produzione dei chip.

Dopo aver annunciato per la prima volta un taglio della produzione in aprile, gli esperti hanno riferito che Samsung ha tagliato ancora di più la produzione nel terzo trimestre per ridurre le scorte e far fronte all’eccesso di chip che ha causato la peggiore crisi del settore da decenni.

Sempre secondo gli analisti, comunque, le scorte sono ora sufficientemente basse da far prevedere una ripresa della domanda all’inizio del prossimo anno.

E in Italia parte la nuova edizione di Innovation Campus

Nel frattempo in Italia parte la nuova edizione di Innovation Campus, programma di alta formazione sviluppato dalla filiale tricolore di Samsung che ha l’obiettivo di offrire agli studenti competenze digitali avanzate e soft skill, necessarie per essere competitivi in un mercato del lavoro in continua evoluzione, facendo leva sui nuovi trend tecnologici, come Intelligenza Artificiale e Internet of Things applicate al mondo della Consumer Electronics.

Il tema portante di quest’anno sarà lo Human Tech, ovvero uno sviluppo tecnologico dove l’uomo resta al centro e dove l’innovazione digitale è chiamata a migliorare la vita delle persone e non a sostituirsi all’ingegno e alla creatività umana.

Innovation Campus è un progetto nato nel 2020 che ha coinvolto fino ad ora oltre 10mila studenti su tutto il territorio nazionale. La nuova edizione, al via nelle prossime settimane, vede coinvolti quattro atenei distribuiti in tutto il Paese, eccellenze italiane nella formazione in ambito Stem: Università di Genova, Università di Pavia, Università di Pisa e l’Università del Salento. A questi si aggiunge Camplus, il network di residenze che ospita nei suoi Collegi Universitari di Merito accreditati dal Mur oltre 2mila studenti provenienti da tutta Italia e dal mondo, e situati in sette città italiane.

“Il cambiamento del paradigma tecnologico a cui stiamo assistendo in questo ultimo anno ha evidenziato la necessità quanto mai urgente di competenze digitali avanzate”, commenta Anastasia Buda, Corporate Citizenship & Internal Communication Manager di Samsung Electronics Italia. “Lo skills mismatch è un tema che ci sta molto a cuore e su cui lavoriamo ormai da anni. Con il progetto Samsung Innovation Campus abbiamo collaborato con oltre 20 università italiane e formato oltre 10mila ragazzi per prepararli ad affrontare le sfide future. Non solo attraverso l’acquisizione di skills digitali, fondamentali per essere professionisti competitivi a livello globale e contribuire alla crescita del Paese, ma anche competenze trasversali: con un cambiamento così dirompente, è importante per noi contribuire alla formazione dei professionisti che uniscano alle competenze tecnologiche anche una visione che mantiene salda la centralità dell’uomo all’interno del processo tecnologico. Le persone non sono solo gli utenti finali di un’applicazione all’avanguardia ma sono la ragione ultima che deve far accelerare sull’innovazione”.

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