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Chip, Intel vende la quota Arm: operazione da 147 milioni di dollari



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L’azienda cede 1,18 milioni di azioni detenute nella società britannica e si avvia a tagliare 15mila posti di lavoro nell’ambito di una ristrutturazione da 10 miliardi. Il ceo Gelsinger: “È il piano più importante messo in campo da quattro decenni a questa parte”

Pubblicato il 14 ago 2024

Enzo Lima

giornalista



gelsinger intel

Intel cede la quota detenuta in Arm. In un documento depositato alla Sec si rileva che il chipmaker ha venduto la sua partecipazione pari a  1,18 milioni di azioni nella società britannica con l’obiettivo di risollevare i conti.

La cessione dovrebbe valere circa 147 milioni di dollari, in base al prezzo medio delle azioni di Arm registratao tra aprile e giugno.

Intel aveva liquidità ed equivalenti di cassa per 11,3 miliardi di dollari e passività per circa 32 miliardi di dollari.

L’operazione arriva nel mezzo di un periodo finanziario tumultuoso per il chipmaker che sta subendo quella che il ceo Pat Gelsinger ha definito “la ristrutturazione più importante dalla transizione dei microprocessori di memoria avvenuta quattro decenni fa”.

All’inizio di agosto, Intel ha annunciato un piano di riduzione dei costi da 10 miliardi di dollari  che prevede il taglio di circa 15.000 dipendenti, l’eliminazione del dividendo del quarto trimestre fiscale e la riduzione delle spese in conto capitale.

Trimestrale deludente

Nel secondo trimestre l’azienda ha registrato un utile per azione (Eps) di 0,02 dollari su un fatturato di 12,8 miliardi di dollari. Gli analisti si aspettavano un EPS di 0,10 dollari e un fatturato di 12,9 miliardi di dollari. Nello stesso trimestre dell’anno scorso, secondo le stime degli analisti raccolte da Bloomberg, l’azienda aveva registrato un Eps di 0,13 dollari su un fatturato di 12,9 miliardi di dollari.

La concorrenza sui chip per l’AI

A pesare sui conti di Intel i chip per le applicazioni AI: in questo campo Intel non è arrivata agli avanzamenti tecnologici delle sue concorrenti, pur rimanendo uno dei big player sul mercato dei chip per personal computer e server.

Ciò ha costretto l’azienda a giocare in difesa, proseguendo sul piano di ristrutturazione e riposizionamento dell’attività avviato a ottobre del 2022 e che ha già portato a licenziamenti, ma anche a un maggior focus sul business della fonderia, ovvero la produzione di semiconduttori per conto terzi.

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