Semiconduttori, spinta degli Usa per aumentare la competitività con la Cina. Il presidente Usa Joe Biden ha promulgato il “Chips and Science Act”, la legge che punta a spingere la produzione nazionale di semiconduttori e aumentare la competitività degli Stati Uniti sul mercato mondiale. La legge, necessaria per la carenza di chip e la crisi sulle catene di approvvigionamento, destinerà oltre 52 miliardi di dollari alle società che produrranno i chip negli Stati Uniti, e miliardi di dollari in sgravi fiscali per incoraggiare gli investimenti nel settore. Inoltre, fornirà decine di miliardi di dollari alla ricerca scientifica. “Dobbiamo produrre i chip in America per ridurre i costi quotidiani e creare posti di lavoro – ha dichiarato il presidente Biden ricordando che 30 anni fa, l’America era al 40% della produzione globale, e poi “la produzione americana, la spina dorsale della nostra economia, è stata svuotata, abbiamo portato la produzione di semiconduttori all’estero e, di conseguenza, oggi produciamo a malapena il 10% dai semiconduttori” e questo nonostante la leadership “nella progettazione di chip, così come nella ricerca”. Il presidente ha aggiunto che servono chip avanzati anche per i sistemi militari del futuro, ma “sfortunatamente la Cina sta producendo questi chip sofisticati prima di noi”.
“Oggi è il giorno dei costruttori. Oggi è il giorno in cui l’America mantiene le promesse – continua Biden – E credo che tra cinquanta, settantacinque e cento anni la gente ripenserà a questa settimana e saprà che abbiamo fatto ciò che dovevamo”. “Siamo in una posizione migliore rispetto a tutti gli altri Paesi – aggiunge Biden – per vincere questa competizione economia del ventunesimo secolo. E voi siete la ragione per cui sono ottimista riguardo il futuro del nostro Paese”, afferma riferendosi agli ospiti presenti alla Casa Bianca per la cerimonia, tra i quali molti dirigenti delle grandi aziende americane come Lockheed Martin, Intel e Micron.
Le aziende in partita
Intanto Micron lavora a un piano da 40 miliardi di dollari per aumentare la produzione nazionale di chip di memoria, mentre Qualcomm e GlobalFoundries puntano a un’espansione del valore di 4,2 miliardi di dollari di un impianto di produzione di chip nello stato di New York.
In particolare Micron prevede di iniziare a produrre chip dopo il 2025. L’azienda ha annunciato che creerà fino a 40mila posti di lavoro. L’investimento è finanziato con i sussidi attesi dal governo.
Si rafforza l’asse con gli altri Paesi asiatici
Si rafforza anche l’asse Usa con gli altri Paesi asiatici: nel Chip 4 Corea del Sud, Giappone e Taiwan. Lo riferisce la stampa sudcoreana, secondo cui la decisione di Seul di aderire all’alleanza “Chip 4” è stata accelerata dalle recenti tensioni con la Cina, e dal timore di rappresaglie da parte di Pechino per il possibile schieramento di asset militari strategici statunitensi sul territorio sudcoreano.
Il presidente sudcoreano Yoon Suk-Yeol ha dichiarato ieri che il primo incontro preliminare del nuovo formato di cooperazione potrebbe essere convocato non più tardi di settembre.
“Per quanto riguarda il tema della partecipazione a Chip 4, tutti i ministeri coinvolti stanno valutando al questione attentamente attraverso la lente dell’interesse nazionale”, ha dichiarato il presidente. Il ministro dell’Industria, Lee Chang-yang, ha però puntualizzato che la Corea del Sud “non intende aderire a un gruppo esclusivo che ostracizzi certi Paesi, come la Cina“, ed ha aggiunto che la partecipazione di Seul all’alleanza Chip-4 rappresenterebbe “una questione puramente economica”.