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Chip, negli Usa fondi per oltre 50 miliardi alle aziende che investono

Il presidente Biden promulga la legge che destinerà fondi alle società che produrranno semiconduttori nel Paese. Risorse anche per la ricerca e per altri progetti. Si punta a mettere in moto un meccaniscmo virtuoso in grado di generare introiti a catena

Pubblicato il 09 Ago 2022

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Semiconduttori, spinta degli Usa per aumentare la competitività con la Cina. Il presidente Usa Joe Biden ha promulgato il “Chips and Science Act”, la legge che punta a spingere la produzione nazionale di semiconduttori e aumentare la competitività degli Stati Uniti sul mercato mondiale. La legge, necessaria per la carenza di chip e la crisi sulle catene di approvvigionamento, destinerà oltre 52 miliardi di dollari alle società che produrranno i chip negli Stati Uniti, e miliardi di dollari in sgravi fiscali per incoraggiare gli investimenti nel settore. Inoltre, fornirà decine di miliardi di dollari alla ricerca scientifica. “Dobbiamo produrre i chip in America per ridurre i costi quotidiani e creare posti di lavoro – ha dichiarato il presidente Biden ricordando che 30 anni fa, l’America era al 40% della produzione globale, e poi “la produzione americana, la spina dorsale della nostra economia, è stata svuotata, abbiamo portato la produzione di semiconduttori all’estero e, di conseguenza, oggi produciamo a malapena il 10% dai semiconduttori” e questo nonostante la leadership “nella progettazione di chip, così come nella ricerca”. Il presidente ha aggiunto che servono chip avanzati anche per i sistemi militari del futuro, ma “sfortunatamente la Cina sta producendo questi chip sofisticati prima di noi”.

“Oggi è il giorno dei costruttori. Oggi è il giorno in cui l’America mantiene le promesse – continua Biden – E credo che tra cinquanta, settantacinque e cento anni la gente ripenserà a questa settimana e saprà che abbiamo fatto ciò che dovevamo”. “Siamo in una posizione migliore rispetto a tutti gli altri Paesi – aggiunge Biden – per vincere questa competizione economia del ventunesimo secolo. E voi siete la ragione per cui sono ottimista riguardo il futuro del nostro Paese”, afferma riferendosi agli ospiti presenti alla Casa Bianca per la cerimonia, tra i quali molti dirigenti delle grandi aziende americane come Lockheed Martin, Intel e Micron.

Le aziende in partita

Intanto Micron lavora a un piano da 40 miliardi di dollari per aumentare la produzione nazionale di chip di memoria, mentre Qualcomm e GlobalFoundries puntano a un’espansione del valore di 4,2 miliardi di dollari di un impianto di produzione di chip nello stato di New York.

In particolare Micron prevede di iniziare a produrre chip dopo il 2025. L’azienda ha annunciato che creerà fino a 40mila posti di lavoro. L’investimento è finanziato con i sussidi attesi dal governo.

Si rafforza l’asse con gli altri Paesi asiatici

Si rafforza anche l’asse Usa con gli altri Paesi asiatici: nel Chip 4 Corea del Sud, Giappone e Taiwan. Lo riferisce la stampa sudcoreana, secondo cui la decisione di Seul di aderire all’alleanza “Chip 4” è stata accelerata dalle recenti tensioni con la Cina, e dal timore di rappresaglie da parte di Pechino per il possibile schieramento di asset militari strategici statunitensi sul territorio sudcoreano.

Il presidente sudcoreano Yoon Suk-Yeol ha dichiarato ieri che il primo incontro preliminare del nuovo formato di cooperazione potrebbe essere convocato non più tardi di settembre.

“Per quanto riguarda il tema della partecipazione a Chip 4, tutti i ministeri coinvolti stanno valutando al questione attentamente attraverso la lente dell’interesse nazionale”, ha dichiarato il presidente. Il ministro dell’Industria, Lee Chang-yang, ha però puntualizzato che la Corea del Sud “non intende aderire a un gruppo esclusivo che ostracizzi certi Paesi, come la Cina“, ed ha aggiunto che la partecipazione di Seul all’alleanza Chip-4 rappresenterebbe “una questione puramente economica”.

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