Quali saranno, nei prossimi anni, le tecnologie abilitanti per
l’industria italiana? E come queste stesse tecnologie
trasformeranno i modelli di produzione? A rispondere a queste
domande ci ha provato l’ultimo rapporto Airi (Associazione
Italiana per la Ricerca Industriale) “Le innovazioni del prossimo
futuro: tecnologie prioritarie per l’industria” che ha
identificato gli indirizzi su cui si muoveranno le attività di
ricerca che nell’insieme andranno a configurare le fondamenta
dell’innovazione alla base di nuovi modelli di sviluppo dei Paesi
industrializzati.
Il primo comparto ad essere analizzato è quello dell’Ict, con
particolare attenzione alla banda larga e alle reti di nuova
generazione che già oggi orientano il paradigma Internet verso
caratteristiche di rete multiservizio. “In tale contesto
assumeranno grande rilevanza le tecnologie radiomobili che,
integrate con le nuove architetture di rete attraverso una
tecnologia unificante, permetteranno varie forme di comunicazione a
distanza – spiegano gli esperti dell’Aire – Questo scenario di
convergenza digitale delinea le principali sfide di cui si dovrà
occupare la ricerca industriale nel breve-medio periodo (3-5
anni)”.
Nel medio-lungo periodo (5-10 anni) si affermerà il “Semantic
Web” e, quando tutto l’aspetto burocratico del Web verrà
gestito da computer che parlano con computer, la cosiddetta “Home
network” permetterà la diffusione delle tecnologie di
telepresenza con lo sviluppo di vere e proprie stazioni
multimediali di rice-trasmissione. Entro 10 anni, inoltre, l’Airi
prevede la standardizzazione delle tecnologie telematiche e di
infomobilità per l'autoveicolo mentre l’Internet on
dashboard fornirà informazioni filtrate in funzione alla posizione
del veicolo e alle richieste del conducente.
“Le tecnologie per la sicurezza si focalizzeranno invece sullo
sviluppo di strumenti integrati di monitoraggio e tracciamento
legale delle comunicazioni e transazioni su protocolli di tipo Ip
evoluti – prevede il report – con il conseguente sviluppo di
sistemi in grado di prendere rapidamente
decisioni in base ad una analisi dei flussi di traffico”.
Di un grande boom sarà protagonista anche il comparto dei chip
dato che – come ricordano i ricercatori Aire – la nostra vita
quotidiana sarà contrassegnata in maniera crescente da tutta una
serie di servizi e di funzioni, dalla telefonia cellulare ai
sistemi di navigazione sulle automobili, dalla musica su Cd o iPod
alle analisi mediche sofisticate, possibili solo grazie ai
progressi della microelettronica in termini di riduzione delle
dimensioni delle strutture e degli elementi integrati. In questo
senso si sta già assistendo ad una diversificazione della
microelettronica, volta a coprire tutta una serie di funzioni di
interfaccia: sensori, attuatori, display e moduli di trasmissione e
ricezione a radiofrequenza e ottici, spesso basati su principi di
micromeccanica.
Nei prossimi anni sarà dunque necessario studiare opportune
tecniche di integrazione di materiali diversi e apparentemente poco
compatibili col silicio (con cui sono costruiti oggi i chip)
affrontando il concetto di “integrazione eterogenea”. “In una
prospettiva di medio e lungo termine si studieranno nuovi materiali
inorganici e organici con funzionalità elettroniche e fotoniche,
alternativi al silicio – annuncia l’Airi – Tuttavia gli sforzi
maggiori di ricerca continueranno a concentrarsi sulla
microelettronica del silicio ovvero sull’integrazione di sistemi
elettronici complessi su chip o in package”. In generale i
processi e i criteri di progettazione dovranno tener conto di
criteri di “efficienza energetica”, ovvero uno scenario dove,
accanto alla minimizzazione dei consumi, siano presenti concetti
mirati all’uso “saggio” dell’energia.
“Ulteriori applicazioni dell’Ict per l’industria – conclude
il report – si riscontrano nei settori energia, farmaceutica,
spazio, aeronautica, beni strumentali, ecc, ma, data la
peculiarità e la complessità delle tematiche, sono rintracciabili
all’interno di ogni settore”.