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Chip, Silicon Box investe 3,2 miliardi in Italia. Urso: “In corsa per la leadership”

La società asiatica realizzerà in Nord Italia un sito produttivo per soddisfare la domanda di assemblaggio di semiconduttori. Previsti 1.600 posti di lavoro. In lizza Lombardia, Veneto e Piemonte. Il ministro: “Passo verso la realizzazione di una catena di approvvigionamento resiliente in Europa”

Pubblicato il 11 Mar 2024

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Silicon Box ha pianificato un investimento di 3,2 miliardi di euro in Italia per l’avvio di un impianto di produzione di chiplet, il primo di questo tipo nell’Unione Europea. La notizia è stata resa pubblica da Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, insieme a Byung Joon (BJ) Han, co-fondatore e ceo di Silicon Box, dopo un incontro tenutosi a Palazzo Piacentini.

L’iniziativa di Silicon Box di stabilirsi in Italia s’inquadra nell’obiettivo dell’Unione Europea di riacquistare il 20% della capacità produttiva globale di semiconduttori entro il 2030, con l’intento di promuovere una visione per una catena di approvvigionamento di chip che sia resiliente e distribuita in modo equilibrato a livello geografico.

Il sito sorgerà nel Nord Italia: in lizza ci sono Piemonte, Lombardia e Veneto.

Facilitare lo sviluppo di tecnologie emergenti

Con quartier generale a Singapore, la compagnia è riconosciuta per la sua specializzazione nelle tecnologie di integrazione di chiplet, imballaggio avanzato e test. Questa iniziativa è destinata a rispondere alla crescente necessità di assemblaggio di semiconduttori – con un occhio di riguardo al mercato europeo – per facilitare lo sviluppo di tecnologie emergenti, inclusi gli usi avanzati nell’ambito dell’intelligenza artificiale, del calcolo ad alte prestazioni e dei componenti per la mobilità elettrica.

In arrivo 1.600 posti di lavoro diretti

Una volta operativo a pieno regime, l’investimento dovrebbe creare 1.600 posti di lavoro diretti, senza contare gli ulteriori impieghi indiretti che nasceranno sia durante la costruzione dell’impianto sia successivamente, nel più ampio contesto dell’ecosistema di fornitori e logistica correlato.
L’impianto sarà situato nel Nord dell’Italia. La fase di progettazione e pianificazione è già in atto, tuttavia l’avvio delle costruzioni è subordinato al via libera della Commissione Europea. La fabbrica verrà edificata e gestita in linea con gli obiettivi net zero dell’Europa, minimizzando l’impatto ambientale e l’impronta di carbonio.

Investimento in linea con il Chips Act

L’investimento da parte di Silicon Box si colloca perfettamente all’interno della strategia europea delineata dal Chips Act e allinea l’Italia alla visione di Bruxelles per la microelettronica. Nel contesto europeo, Silicon Box si configura come il pezzo mancante per consolidare la catena del valore, rappresentando il primo investimento significativo nell’area dell’elaborazione avanzata di backend per i chiplet. A livello nazionale, questo rafforzamento del settore si muove in sintonia con la strategia chips italiana, che si focalizza sulla progettazione di chip, lo sviluppo di nuovi materiali e l’assemblaggio avanzato.

La strategia nazionale per la microelettronica

L’Italia è uno dei principali produttori europei di microchip, con una forte presenza nella microelettronica per l’automotive, l’industria e l’aerospazio, e un vantaggio competitivo in diversi ambiti. Per rafforzare questa filiera, il Governo ha formulato una strategia italiana per la microelettronica, redatta dal gruppo interministeriale composto da Mimit, Mur e Mef. La strategia propone un insieme di strumenti: iniziative per promuovere la ricerca e sviluppo, fondamentale per un settore altamente tecnologico e per portare in Italia investimenti e posti di lavoro qualificati, e iniziative per sostenere le imprese nazionali e attrarre investimenti esteri nella manifattura che contribuiscano a far crescere l’ecosistema italiano, incentivando lo sviluppo di ‘cluster’ specializzati.

Per portare avanti queste iniziative, il Governo ha inoltre costituito un Comitato Tecnico Interministeriale incaricato di orchestrare e monitorare l’attuazione delle politiche pubbliche in materia di microelettronica, guidando la traiettoria dello sviluppo del settore in Italia. Il Comitato si avvale della Fondazione Chips.IT come policy advisor tecnico.

Urso: “Miriamo ad assumere un ruolo di leadership in questo settore”

“Gli ultimi eventi a livello globale hanno messo in evidenza l’importanza di sviluppare una catena di approvvigionamento per i semiconduttori in Europa che sia più solida. Il governo italiano sta posizionando i chip e la microelettronica al centro delle sue strategie a lungo termine” – ha sottolineato il ministro Urso. “Questo progetto dimostra ancora una volta la nostra capacità di attrarre l’interesse dei principali attori tecnologici a livello mondiale e conferma l’ambizione dell’Italia di assumere un ruolo di leadership in questo settore. Crediamo fermamente che questa nuova infrastruttura stimolerà ulteriori investimenti e innovazioni nel nostro Paese”.

“L’Italia è stata la nostra scelta preferenziale per espandere la nostra presenza a livello globale” – ha dichiarato BJ Han. “Siamo convinti che l’innovazione nei nostri Paesi sia spinta da valori culturali affini, che includono la curiosità, la passione e un costante impegno verso l’eccellenza”.

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