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Chip, stangata in Borsa per Intel e Nvidia: licenziamenti e indagini Antitrust



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Il titolo Intel crolla del 20% a seguito dell’annuncio di un piano tagli da 10 miliardi che include la fuoriuscita del 15% della forza lavoro. Sospeso il dividendo per il quarto trimestre. Nvidia risente delle indiscrezioni di stampa sull’avvio di due dossier negli Usa. E le stime al ribasso annunciate da Arm danno un ulteriore colpo al mercato

Pubblicato il 2 ago 2024



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Il 1º agosto 2024 potrebbe essere ricordato come il giovedì nero dei produttori di chip. Una serie di circostanze infatti ha messo in moto ieri una reazione a catena che ha coinvolto soprattutto Intel, Arm e Nvidia, con pesanti perdite in Borsa per l’intero comparto.

I tagli di Intel: sospeso il dividendo

Il titolo di Intel ha subito un crollo del 20% dopo la pubblicazione dei risultati trimestrali. In particolare, l’outlook negativo per il quarter in corso (con un fatturato previsto compreso tra 12,5 e 13,5 miliardi di dollari) comporta un piano di licenziamento di migliaia di dipendenti e il blocco dei dividendi al fine di ridurre strutturalmente i costi.

L’azienda più nello specifico taglierà il 15% della sua forza lavoro – circa 15 mila persone – e sospenderà il dividendo nel quarto trimestre, mentre il produttore di chip persegue una svolta incentrata sulla sua attività di produzione in perdita. Intel ha precisato che la maggior parte dei tagli occupazionali sarà completata entro la fine del 2024. L’azienda ha anche definito piani per tagliare le spese operative e ridurre le spese in conto capitale di oltre 10 miliardi di dollari nel 2025 rispetto alle stime precedenti.

L’azienda ha comunicato un calo delle vendite dell’1% annuo nel secondo trimestre, a 12,8 miliardi di dollari, e una perdita operativa di 1,6 miliardi di dollari nello stesso periodo, contro l’utile di 1,5 miliardi di dollari l’anno scorso.

“I risultati finanziari del secondo trimestre sono stati deludenti, anche se abbiamo raggiunto importanti traguardi tecnologici di prodotto e di processo. Le tendenze del secondo semestre sono più difficili di quanto ci aspettassimo e stiamo sfruttando il nostro nuovo modello operativo per intraprendere azioni decisive che miglioreranno l’efficienza operativa e del capitale, accelerando al contempo la nostra trasformazione Idm 2.0”, ha dichiarato Pat Gelsinger, ceo di Intel. “Queste azioni, insieme al lancio di Intel 18A il prossimo anno per riconquistare la leadership nella tecnologia di processo, rafforzeranno la nostra posizione sul mercato, miglioreranno la nostra redditività e creeranno valore per gli azionisti”.

Le previsioni al ribasso di Arm affondano gli indici

A smorzare l’ottimismo degli investitori sui semiconduttori, e in particolare su quelli che dovranno supportare l’intelligenza artificiale, hanno contribuito anche le stime di crescita di Arm, giudicate troppo prudenti dal mercato. Le azioni del produttore britannico sono così scese del 16%, trascinando anche gli altri titoli.

Le perdite delle azioni dei produttori di chip e del mercato in generale hanno accelerato dopo che una serie di dati ha alimentato i timori che l’economia possa rallentare più rapidamente del previsto, con la Federal Reserve che sembrerebbe mantenere la sua politica monetaria restrittiva.

L’S&P 500 è sceso dell’1,4%. Il Nasdaq è sceso del 2,3%, con un calo di quasi l’8% rispetto alla chiusura record del 10 luglio.

Durante la sessione di giovedì, l’indice Phlx dei semiconduttori è crollato del 7,1%, il peggior calo percentuale dal marzo 2020, quando la pandemia di coronavirus ha mandato in tilt i mercati globali.

Di fatto è stata annullata l’impennata del 7% dell’indice dei chip di mercoledì, alimentata dalle previsioni ottimistiche di Advanced Micro Devices e dall’aumento delle spese trimestrali di Microsoft legate all’intelligenza artificiale, che avevano favorito Nvidia e altre società del comparto.

Ieri Nvidia è scesa di quasi sette punti, restituendo i guadagni che il titolo del chipmaker dominante nel campo dell’AI aveva ottenuto con un exploit del 13%.

Nvidia sotto la lente del Dipartimento di Giustizia Usa

Come se non bastasse, Nvidia deve ora far fronte a due possibili grane in materia di Antitrust. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha infatti avviato un’indagine a carico della società in risposta a interpellanze di aziende concorrenti: la compagnia avrebbe abusato della sua posizione dominante per monopolizzare il mercato dei chip destinati alle applicazioni per l’intelligenza artificiale.

Bisogna quindi accertare se Nvidia abbia esercitato pressioni sui cloud provider affinché acquistassero, facendo leva sulla propria posizione dominante per imporre prezzi d’acquisto maggiorati per i sistemi di networking ai clienti che intendevano acquistare chip da aziende rivali.

Il secondo fascicolo, aperto sempre dal Dipartimento di Giustizia, riguarda l’acquisizione della startup israeliana Run:ai. Nvidia avevaannunciato l’acquisizione dell’azienda ad aprile per circa 700 milioni di dollari. L’obiettivo è quello di entrare in possesso di una tecnologia che consente agli sviluppatori e ai team di gestire e ottimizzare la propria infrastruttura di intelligenza artificiale.

“Continueremo a sostenere gli aspiranti innovatori in ogni settore e mercato e saremo lieti di fornire tutte le informazioni necessarie alle autorità di regolamentazione”, si è limitato a dichiarare un portavoce di Nvidia.

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