Il produttore franco-italiano di semiconduttori STMicroelectronics ha raddoppiato il suo utile netto nel 2022, attestandosi a quota 3,96 miliardi di dollari, e i suoi ricavi sono aumentati di un quarto: merito in particolare della “forte domanda” di chip nei settori automobilistico e industriale, che sta spingendo il gruppo a investire in nuovi stabilimenti.
E’ quanto emerge dalla relazione finanziaria che accompagna i dati relativi al quarto trimestre e dell’anno fiscale 2022, secondo la quale la società ha riportato nel periodo ricavi netti per 4,42 miliardi di dollari, un margine lordo del 47,5%, un margine operativo del 29,1% e un utile netto di 1,25 miliardi di dollari, pari a 1,32 dollari di utile diluito per azione.
Utile netto a 3,96 miliardi di dollari, quasi il doppio del 2021
“Nel quarto trimestre, la ST ha realizzato ricavi e margine lordo superiori al valore medio della guidance – commenta il ceo Jean-Marc Chery -. I ricavi dell’esercizio ’22 sono aumentati del 26,4% a 16,13 miliardi di dollari, grazie alla forte domanda nel settore automobilistico e industriale e ai nostri programmi per i clienti. Il margine operativo è salito al 27,5% dal 19% dell’esercizio ’21 e l’utile netto è quasi raddoppiato a 3,96 miliardi di dollari. Abbiamo investito 3,52 miliardi di dollari in Capex, con un flusso di cassa libero di 1,59 miliardi di dollari. Le nostre previsioni per il primo trimestre, a metà strada, prevedono un fatturato netto di 4,20 miliardi di dollari, con un aumento del 18,5% rispetto all’anno precedente e un calo sequenziale del 5,1%; il margine lordo dovrebbe essere di circa il 48,0%”.
Il traino dell’Automotive
- Per gruppo di prodotti, rispetto al trimestre precedente, questi sono i risultati.
Automotive and Discrete Group (Adg): i ricavi sono aumentati nell’Automotive e nel Power discrete; l’utile operativo è aumentato del 117,9% a 470,2 milioni di dollari. Il margine operativo è stato del 27,7% rispetto al 17,6%.
Gruppo Analogico, Mems e Sensori (Ams): i ricavi sono aumentati nel settore Imaging e diminuiti in quello Analogico e Mems. L’utile operativo è aumentato del 2,4% a 345,6 milioni di dollari. Il margine operativo è stato del 25,8% rispetto al 27,0%.
Gruppo Microcontrollori e circuiti integrati digitali (Mdg): i ricavi sono aumentati nei microcontrollori e nelle comunicazioni RF. L’utile operativo è aumentato del 56,6%, raggiungendo i 495,3 milioni di dollari. Il margine operativo è stato del 35,8% rispetto al 29,5%.
Investimenti per 4 miliardi di dollari in Capex nel 2023
“Per il 2023 – aggiunge Chery -, prevediamo di investire circa 4 miliardi di dollari in Capex, principalmente per aumentare i nostri fabs di wafer da 300 mm e la capacità produttiva di carburo di silicio, compresa la nostra iniziativa sui substrati. Sulla base della forte domanda dei nostri clienti e dell’aumento della capacità produttiva, guideremo l’azienda sulla base di un piano di ricavi per l’anno fiscale ’23 compreso tra 16,8 e 17,8 miliardi di dollari”.
Ok dell’Europarlamento al Chips Act
Intanto la Commissione Industria ed energia del Parlamento europeo ha approvato proprio in questi giorni il progetto di legge sul “Chips Act“, che mira a rafforzare la capacità tecnologica e l’innovazione della filiera dei microprocessori nell’Unione. Contestualmente, è stato approvato anche il ”Chips Joint Undertaking” per aumentare gli investimenti previsti in tal senso.
Nella prima legge, gli europarlamentari si sono concentrati maggiormente sui semiconduttori di prossima generazione e sui chip quantistici. Il testo approvato mira a creare una rete di centri di competenza per affrontare la carenza di lavoratori specializzati e attrarre nuovi talenti nella ricerca, nella progettazione e nella produzione.
Il dispositivo punta anche a sostenere progetti volti a incrementare la sicurezza delle supply chain, attirando investimenti e a sviluppare la capacità produttiva, rispondendo a eventuali carenze attraverso un meccanismo di risposta alle crisi, con la valutazione da parte della Commissione dei rischi per l’approvvigionamento di semiconduttori nell’Ue, nonchè degli indicatori di allarme rapido negli Stati membri, che potrebbero far scattare un’allerta a livello europeo.