Sviluppo della microelettrinoca tra le priorità del governo italiano. In occasione della conferenza stampa di illustrazione della riunione ministeriale del G7 Industria e Spazio in programma il 14 marzo, il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha annunciato i prossimi passi con un focus specifco sulle risorse che saranno a disposizione per il comparto.
“Siamo pronti a mettere a disposizione 4,75 miliardi di euro di incentivi su più anni per le multinazionali che vorranno insediarsi nel Paese e sviluppare progetti industriali legati alla microelettronica – ha detto Urso – Siamo conviti che alcune di queste vorranno insediarsi nel Paese a breve”.
Sono “risorse importanti” alla luce delle quali “pensiamo che alcune multinazionali decideranno di investire nel nostro paese. Alcune di queste sono state invitate al B7 di Verona”, ha spiegato il ministro.
“Abbiamo istituito a Pavia la fondazione per il chip, alla quale hanno deciso di partecipare multinazionali tra cui Intel – ha ricordato – E abbiamo presentato un progetto pilota sulle fabbriche del futuro che va a sommarsi a quelli finanziati con risorse europee. Ma in particolare siamo riusciti a creare un quarto progetto accolto dalla Commissione Ue, che avrà come location principale sarà Catania, nel polo tecnologico che vede impegnata Stm”. E sul quale si è detto fiducioso dell’approvazione da parte di Bruxelles.
L’investimento di Intel
Urso ha affrontato anche la questione dell’investimento di Intel nel nostro Paese. L’Italia era infatti in lizza per la realizzazione del primoimpianto europeo di back-end (packaging) per la fabbricazione di chip per il quale sono previsti e 4,5 miliardi e 1500 nuovi posti di lavoro a cui se ne devono aggiungere ulteriori 3.500 nell’indotto. Ma il progetto sembra essersi arenato.
A questo proposito Urso ha ricordato che “il governo italiano ha risposto a tutte le richieste che la multinazionale Intel ha fatto e aspettiamo di sapere cosa pensa di dover realizzare”.
“Intel ha presentato un progetto europeo ad alcuni Paesi europei e alla Commissione Ue, un progetto che prevede diversi investimenti di diversa natura in Francia, in Germania, in Italia e in Polonia – ha ricordato Urso – Alcuni riguardano la produzione di chip secondo le attuali tecnologie, altri, come in Francia, investimenti e ricerca. Quello in Italia riguardava un investimento su una nuova tecnologia Da quel che conosciamo, la multinazionale ha rivisto i suoi piani di investimento anche alla luce del mercato, noi aspettiamo cosa pensa di dover realizzare. Abbiamo risposto a tutte le richieste che la multinazionale ha fatto. Ha rivisto al ribasso le proprie ambizioni”.
In arrivo Silicon Box?
Intanto, secondo quanto pubblicato da Il Sole 24 Ore, nell’edizione di domenica 11 febbraio, il governo italiano starebbe per assicurarsi l’investimento di Silicon Box, startup di Singapore nata nel 2011 che opera nel campo della progettazione di chip, soprattutto nel campo dei nuovi progetti basati su chiplet.
Silicon Box, di recente, ha annunciato un investimento da 2 miliardi di dollari per una fabbrica a Singapore e ha completato un round di finanziamento da 200 milioni di dollari.
Non è nota al momento la portata dell’investimento di Silicon Box, né l’area in cui si stabilirà la società e le conseguenti ricadute occupazionali. Il Sole 24 Ore però ipotizza che Veneto e Piemonte, già candidate all’investimento sfumato di Intel, sarebbero in lizza per ospitare l’impianto.