STRATEGIE

Chip, von der Leyen: “Nel 2026 produzione su larga scala in Europa”

La presidente della Commissione Ue alla cerimonia di posa della prima pietra del nuovo stabilimento di Infineon a Dresda: “Seminconduttori indispensabili per realizzare un futuro più verde e più digitale. Chips Act e Critical Raw Materials Act cruciali per l’autonomia”. Sul piatto 46 miliardi

Pubblicato il 02 Mag 2023

1599px-Ursula_von_der_Leyen_CDU_Parteitag_2014_by_Olaf_Kosinsky-9

Dal 2026 l’Europa sarà in grado di produrre chip su larga scala. L’annuncio arriva direttamente dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a Dresda in occasione della cerimonia di posa della prima pietra di un nuovo stabilimento di semiconduttori di Infineon Technologies.

Dresda è indiscutibilmente un faro digitale in Europa, lo Smart Power Fab è un importante passo avanti per Dresda e la Silicon Saxony. Dal 2026, qui si produrranno semiconduttori su larga scala – ha detto von der Leyen – La regione può contare su oltre mille posti di lavoro a prova di futuro”. Si tratta di una notizia “estremamente importante per l’Europa” perché “abbiamo bisogno di una maggiore produzione su larga scala di semiconduttori in Europa”.

Chip indispensabili per il futuro sostenibile della Ue

“I chip prodotti qui sono contenuti in automobili, smartphone e dispositivi elettronici di ogni tipo, vengono utilizzati per la fornitura di energia elettrica, nelle turbine eoliche, nei treni ad alta velocità e negli enormi centri dati – ha specificato – Non da ultimo, questi chip sono una componente indispensabile per il futuro sostenibile e digitale dell’Europa”.

Nel suo discorso, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha avvertito anche sui rischi di aver “a lungo tenuto lontano dalle priorità Ue la produzione di massa di semiconduttori, senza la quale tutto si fermerebbe”. Attualmente, “il centro mondiale dei semiconduttori è costituito da Taiwan e dalla Corea del Sud”, una regione in cui le tensioni “potrebbero esplodere in qualsiasi momento”, ha ricordato von der Leyen a proposito delle tensioni crescenti tra la Cina e Taiwan: “La minima interruzione degli scambi commerciali colpirebbe immediatamente la solida base industriale europea e il nostro Mercato interno, siamo tutti consapevoli di quanto siano aumentati drasticamente i rischi geopolitici”.

Secondo la presidente della Commissione “la spinta alla globalizzazione degli ultimi decenni ha visto le regioni economiche del mondo concentrarsi troppo sui propri punti di forza”, con l’Europa che “ha sviluppato le sue competenze nella ricerca e nello sviluppo e nelle applicazioni industriali”. Tuttavia, è arrivato il momento per cui il continente “rafforzi le catene di approvvigionamento dei beni e delle tecnologie più importanti”, in particolare sui semiconduttori: “Significa anche ampliare la nostra posizione quando si tratta di chip e avere una maggiore quantità di nostri prodotti”, a partire da poli come quello di Dresda e della Silicon Saxony.

Chips Act, sul piatto fino a 43 miliardi

Per l’European Chips Act l’Ue e gli Stati membri stanno spendendo fino a 43 miliardi di euro”, ha poi annunciato la presidente della Commissione, ricordando che uno degli obiettivi della legge su cui è stato raggiunto l’accordo tra i co-legislatori del Parlamento e del Consiglio dell’Ue lo scorso 18 aprile è “l’aumento della produzione nazionale”, con il target del “raddoppiare entro il 2030 la quota europea della produzione globale di chip, portandola al 20%”.

Ma, dal momento in cui lo stesso mercato dei semiconduttori è destinato a raddoppiare, “ciò significa che dobbiamo quadruplicare la nostra attuale capacità”, ha specificato von der Leyen. Fondamentale sarà la collaborazione tra istituzioni e industrie, come nel caso della Germania e Infineon. “La legge sui chip offre certezza di pianificazione alle aziende e ai fornitori di semiconduttori che desiderano investire in siti in Europa”, è l’assicurazione fornita da von der Leyen: “Si tratta di un aspetto cruciale, dato che attualmente tutto il mondo si sta impegnando per diventare sede di impianti di produzione di chip”.

Semiconduttori, a Catania e Crolles gli altri due hub

Parlando dell’utilizzo dei fondi per la costruzione di stabilimenti di produzione di semiconduttori e microchip in Europa nel corso del suo intervento von der Leyen, ha ricordato che “i finanziamenti del Recovery Fund stanno già contribuendo alla costruzione di chip innovativi e ad alta efficienza energetica” e che la revisione della politica di aiuti di Stato in questo settore “sta dando i primi segni di successo con l’esempio di fabbriche di chip all’avanguardia a Catania, in Sicilia, e a Crolles, vicino a Grenoble”. A questo si aggiunge “il più grande investimento singolo nella storia” di Infineon Technologies AG, proprio a Dresda, un “simbolo del fatto che l’Europa può competere come sede se modelliamo il quadro di riferimento in modo saggio”. La cosiddetta Silicon Saxony si basa su “una politica di localizzazione intelligente” e una “buona cooperazione tra imprese e scienza a Dresda, Lipsia e Chemnitz e dintorni”. Ma anche su “una stretta interazione tra start-up innovative e leader di mercato affermati a livello mondiale”, ha aggiunto von der Leyen.

Chip, l’impatto dell’occupazione sull’Italia

Secondo un’analisi di Cassa depositi e prestiti (Cdp) nel 2021 “la domanda globale di semiconduttori è stata in forte crescita (+26%), ma non è stata accompagnata da un incremento tempestivo dell’offerta, con conseguenze su tempi di consegna e aumenti nei prezzi”. Cdp spiega l’eccesso di domanda con tre fattori strutturali: l’accelerazione del 5G; il processo di elettrificazione delle auto; la diffusione dell’Internet delle Cose (IoT). Ci sono, inoltre, fattori congiunturali: l’aumento di domanda di tecnologia registrato con la pandemia e l’errore di valutazione dell’industria tech che ha giudicato gli eccessi di domanda temporanei e gestibili tramite scorte.

A questi fattori si è aggiunto il conflitto russo-ucraino, che tramite diversi canali minaccia le catene di fornitura. L’Europa rappresenta il 20% del fabbisogno mondiale di semiconduttori, ma realizza solo il 10% della produzione, con una dipendenza elevata da forniture estere. In Italia il settore conta circa 1.900 imprese, ma è molto concentrato: le 17 imprese con produzione sopra i 50 milioni di euro valgono oltre il 50% del mercato nazionale. Le province a più alta specializzazione sono Catania, L’Aquila e Monza-Brianza.

L’accesso alle materie prime critiche

“Dresda e gli esempi citati (Catania e Crolles, ndr) dimostrano che possiamo avere successo se rafforziamo i nostri punti di forza. Ma vogliamo anche che il successo sia duraturo. Per questo motivo stiamo lavorando duramente per garantire all’Europa l’accesso alle materie prime necessarie per l’economia di domani”, ha sottolineato von der Leyen , riferendosi al Critical Raw Materials Act, la legge Ue sulle materie prime critiche che dovrebbe garantire che “l’Europa non debba affrontare una carenza di elementi di terre rare e materie prime necessarie”.

Lo sforzo a Bruxelles è legato al fatto che “i metalli di silicio sono la materia prima più utilizzata nella produzione di chip” e la Cina, “che ne rappresenta il 76%, domina attualmente la produzione globale”. Una dipendenza del genere “è un rischio”, ha avvertito von der Leyen, ricordando che è proprio questa la ragione per cui “vogliamo utilizzare nuovi progetti in Europa, ma anche partnership con Paesi come l’Australia, gli Stati Uniti e il Canada, per creare alternative al fine di garantire le catene di approvvigionamento delle aziende europee”.

Chips Act, cosa prevede

Lo scorso 18 aprile le istituzioni Ue (Commissione, Consiglio e Parlamento) hanno dato il via libera al Chips Act, il piano presentato da Bruxelles nel febbraio del 2022 per raddoppiare la quota di mercato nei semiconduttori del Vecchio Continente dal 10% al 20% entro il 2030 e tagliare la dipendenza dalla Cina e dagli altri Paesi asiatici.

Il provvedimento  mira a rafforzare l’ecosistema dei semiconduttori. Si compone di una comunicazione, che illustra la strategia europea e la logica alla base della legge sui chip, una proposta di regolamento e una raccomandazione agli Stati membri.

L’European Chips Act rafforzerà l’ecosistema dei semiconduttori nell’Ue, garantirà la resilienza delle catene di approvvigionamento e ridurrà le dipendenze esterne. Si tratta di un passo fondamentale per la sovranità tecnologica dell’Ue. Inoltre, garantirà che l’Europa raggiunga l’obiettivo del decennio digitale di raddoppiare la sua quota di mercato globale nei semiconduttori al 20 %.

Lo farà concentrandosi su 5 obiettivi strategici:

  1. rafforzare la ricerca e la leadership tecnologica;
  2. sviluppare e rafforzare la capacità dell’Europa di innovare nella progettazione, produzione e confezionamento di chip avanzati;
  3. istituire un quadro adeguato per aumentare la produzione entro il 2030;
  4. affrontare la carenza di competenze e attrarre nuovi talenti;
  5. sviluppare una comprensione approfondita delle catene globali di approvvigionamento dei semiconduttori.

L’European Chips Act ha tre componenti principali:

  1. un’iniziativa Chips for Europe per sostenere lo sviluppo di capacità tecnologiche su larga scala e l’innovazione nei chip all’avanguardia;
  2. un nuovo quadro per attrarre investimenti su larga scala nelle capacità di produzione e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento;
  3. un meccanismo di coordinamento tra gli Stati membri e la Commissione per monitorare gli sviluppi del mercato e anticipare le crisi.

Un nuovo quadro per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento

Il Chips Act propone un nuovo quadro per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di chip attirando investimenti e sostenendo la creazione di capacità produttive su larga scala.

Il quadro consente il sostegno pubblico a due nuovi tipi di impianti produttivi innovativi che sono i primi del loro genere. Queste nuove strutture sono:

  • Fonderrie aperte dell’Ue”, che dedicherebbero una parte significativa della loro capacità produttiva alla produzione ad altri operatori industriali;
  • “Strumenti di produzione integrati”, che progetterebbero e produrrebbero chip per i propri mercati (ad esempio solo per il loro settore).

Raccomandazione agli Stati membri

In considerazione della crisi della carenza di chip, la Commissione ha inviato una raccomandzione agli Stati membri che incoraggia azioni di coordinamento immediato tra gli Stati membri e la Commissione per affrontare la crisi.

La raccomandazione stabilisce meccanismi per monitorare e attenuare le perturbazioni delle catene di approvvigionamento e rendere l’Europa più resiliente di fronte alle perturbazioni attuali e future.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Analisi
Social
Video
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati