STRATEGIE

Chips Act, il Comitato Ue delle Regioni: “Produrre in modo più circolare”

In un parere adottato in occasione della riunione della Commissione Politica economica si sottolinea l’importanza del provvedimento per raggiungere i target del Green Deal: “Necessario riutilizzare le materie prime ed essere meno dipendenti da fornitori esterni”

Pubblicato il 11 Lug 2022

europa3, chip

Economia circolare per i chip made in Europe. E’ questo il fulcro del progetto di parere adottato dal Comitato europeo delle Regioni (Cdr) in occasione della riunione della Commissione Politica economica (Econ) .

Il primo relatore Thomas Schmidt, DE/Epp, sulla legge europea sui semiconduttori, ha sottolineato l’importanza dei chip per il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo e la necessità di produrre semiconduttori in modo più circolare, al fine di riutilizzare le materie prime e di essere meno dipendenti da fornitori esterni all’Ue.

 Il digital divide

Il crescente divario digitale tra aree urbane e rurali è una delle principali sfide che devono affrontare i cittadini e le imprese in Europa. In questo contesto la mancanza di un accesso adeguato a internet e ai servizi digitali può avere un impatto su molti settori chiave come l’assistenza sanitaria, l’istruzione, i servizi pubblici e l’inclusione sociale, e rappresenta una minaccia per la coesione tra le regioni dell’Ue. Per questo l’Unione Europea deve quindi garantire che la “coesione digitale” sia un obiettivo essenziale delle politiche europee.

La pandemia di Covid-19 ha evidenziato un crescente divario digitale tra aree urbane e rurali, tra chi sa utilizzare e sfruttare appieno gli strumenti digitali e chi no. E secondo Econ la disponibilità, il loro uso efficace e la capacità di sfruttare le enormi opportunità offerte dalle tecnologie digitali hanno quindi un enorme impatto sulla coesione nell’UE e possono compromettere il raggiungimento degli obiettivi del decennio digitale 2030.

La necessità di promuovere la coesione digitale in Europa è il tema affrontato da un progetto di parere adottato dalla commissione Politica economica (Econ) del CdR durante la riunione dell’8 luglio. Il parere mira ad aggiungere la dimensione digitale alla definizione di coesione economica, sociale e territoriale riconosciuta dai Trattati dell’Ue, con una particolare attenzione alle regioni meno sviluppate – in particolare quelle insulari, transfrontaliere e di montagna – in modo da accelerarne la trasformazione digitale.

“Abbiamo davanti a noi l’opportunità di una transizione ‘eco-digitale’, perché non è pensabile sganciare la transizione ecologica da quella digitale – spiega il relatore Gaetano Armao (IT/Ppe), vicepresidente e assessore regionale all’Economia della Regione Sicilia – La coesione digitale guarda prima di tutto alla presenza e alla costruzione di infrastrutture: se ci sono aree interne, montane o insulari che non sono servite dal digitale si crea una discriminazione fra i cittadini e una spaccatura dell’Europa. Ma le infrastrutture non bastano, queste devono camminare di pari passo con le competenze digitali di cittadini e imprese, su cui occorre investire molto di più. La pandemia ha accelerato enormemente la transizione digitale, e l’Europa ha bisogno di coesione per non creare divisioni fra cittadini e fra territori. Un tema che per territori insulari come la Sicilia è di fondamentale importanza “.

L’adozione del parere da parte del CdR è prevista nel corso della sessione plenaria che si terrà in ottobre durante la 20° Settimana europea delle regioni e delle città.

Durante la riunione, i membri della commissione Econ hanno anche nominato Michele Pais (IT/Ecr), Presidente del Consiglio regionale della Sardegna, relatore del parere sull’interoperabilità dei servizi pubblici digitali, che punta a garantire il coordinamento transfrontaliero e il sostegno all’innovazione del settore pubblico in Europa. “Mi impegnerò per garantire un ruolo chiave per gli enti locali e regionali nella strategia digitale dell’Ue, di cui l’interoperabilità è un pilastro fondamentale. Il sostegno all’innovazione della pubblica amministrazione e la promozione del coordinamento transfrontaliero dei flussi di dati sono sfide cruciali dei nostri tempi”, ha dichiarato Pais dopo la nomina.

Il secondo (relatrice Martine Pinville, FR/Pes), riguarda la protezione delle indicazioni geografiche industriali e artigianali nell’Unione Europea, che potrebbe interessare prodotti artigianali italiani d’eccellenza come il vetro di Murano o le ceramiche di Grottaglie. La Commissione europea ha recentemente presentato una proposta che mira a proteggere la proprietà intellettuale di questi prodotti, sul modello delle indicazioni Igp per i prodotti agricoli. Secondo il progetto di parere, il CdR appoggia la proposta, ma allo stesso tempo invita la Commissione a coinvolgere maggiormente in questo processo le regioni in cui operano i produttori artigianali e industriali.

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