C’è l’accordo dei Paesi dell’Ue sul Chips act, il piano da oltre 43 miliardi di euro per la produzione di chip in Europa. I rappresentanti dei Paesi dell’Unione europea, riunitisi sotto la presidenza di turno ceca, hanno raggiunto l’intesa appoggiando la strategia della Commissione europea per potenziare gli investimenti sulla tecnologia dei semiconduttori, ma approvando all’unanimità una versione emendata del testo proposto da Bruxelles.
I ministri dell’Unione europea si riuniranno il 1 dicembre per apporre il sigillo finale al Chips Act; il testo dovrà poi passare, l’anno prossimo, attraverso il dibattito del Parlamento europeo prima di diventare legge.
Emendamento al Chips Act
Le modifiche alla proposta della Commissione riguardano innanzitutto l’ampliamento della gamma di chip interessati dai sussidi pubblici, mentre il testo originario favoriva quelli più avanzati. Ora il sostegno dell’Ue andrà a tutti i chip che portano innovazione in queste aree: potere di calcolo, efficienza energetica, benefici ambientali e intelligenza artificiale.
I Paesi Ue hanno anche limitato i poteri della Commissione, indicando che potrà chiedere ai produttori specifiche informazioni in tempi di crisi solo in misura proporzionata e se giustificato da motivi di sicurezza, secondo il testo visitato da Reuters.
Il nodo delle risorse
Il testo approvato mette anche in evidenza la necessità di chiarire come potranno essere reperiti i fondi previsti dal piano europeo sui chip.
La Commissione, nella sua proposta, ha segnalato come fonti per i sussidi il denaro dei programmi di ricerca e i fondi non spesi di altri programmi, ma alcuni Paesi dell’Ue sono scettici perché temono che si vada a beneficiare in modo non equo i Paesi che già hanno stabilimenti per produrre chip o che sono in lizza per ospitare le strutture dei chipmaker.
Ok finale nel 2023
La legge europea dei chip ha il duplice obiettivo di rilanciare un settore ad alta innovazione dell’industria dell’Ue e allentare la dipendenza dai fornitori di Stati Uniti e Asia, rendendo la catena di approvvigionamento più affidabile e resistente agli shock.
La nuova legislazione punta ad avere un quinto della produzione globale di chip nell’Ue entro la fine del 2030. Attualmente la percentuale è di circa il 5%.