L’Ue nella corsa mondiale ai semiconduttori
Con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, delle reti 5G e dell’Internet of things, si prevede un aumento sostanziale della domanda di chip e semiconduttori e delle opportunità di mercato connesse. Ma l’Europa è eccessivamente dipendente dai chip prodotti all’estero, il che è divenuto ancora più evidente durante la crisi Covid-19. L’industria e altri settori strategici quali la sanità, la difesa e l’energia hanno dovuto far fronte a interruzioni e carenze dell’approvvigionamento.
Il regolamento sui chip mira a ridurre le vulnerabilità e le dipendenze dell’Ue da attori stranieri, rafforzando al tempo stesso la base industriale dell’Ue per i chip, sfruttando le future opportunità commerciali e creando posti di lavoro di qualità, così da migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento, la resilienza e la sovranità tecnologica dell’Ue nel settore dei chip.
“Con il regolamento sui chip, l’Europa sarà in testa nella corsa mondiale ai semiconduttori. Già ora si vedono i risultati: nuovi impianti di produzione, nuovi investimenti, nuovi progetti di ricerca. E a lungo termine si contribuirà anche alla rinascita della nostra industria e alla riduzione delle nostre dipendenze estere”, ha affermato Héctor Gomez Hernandez, ministro spagnolo dell’Industria, del commercio e del turismo.
Una volta firmato dal Presidente del Parlamento europeo e dal Presidente del Consiglio, il regolamento sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore il terzo giorno successivo alla sua pubblicazione.
Nasce l’impresa comune Chip
Urso: “Grande soddisfazione per Chips Act”
“L’approvazione del regolamento sui chips da parte del Consiglio dei Ministri Ue rappresenta un importante passo nella giusta direzione: questo atto contribuirà a recuperare i ritardi accumulati finora rispetto agli altri grandi players mondiali e fungerà da traino per l’economia europea e italiana – commenta il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso – Come Governo italiano, sin dal nostro insediamento, abbiamo sostenuto la necessità di una maggior autonomia strategica a livello europeo supportando gli investimenti sulle nuove frontiere tecnologiche, come i semiconduttori, le batterie elettriche, la cyber sicurezza e l’intelligenza artificiale”. Urso ha presieduto oggi a Palazzo Piacentini una riunione operativa della task force istituita presso il Dicastero per definire le strategie e le misure del Piano nazionale della microelettronica di prossima presentazione.
“Stiamo lavorando al Piano italiano sui chips che, sul solco del regolamento europeo, ci permetterà di rafforzare la filiera domestica e attrarre imprese estere, contribuendo così a definire la sovranità tecnologica”, ha aggiunto Urso. Concludendo: “L’Italia è già in campo con il Fondo per la microelettronica che, con una dotazione di circa 3,9 miliardi di euro, promuoverà la riconversione di siti industriali esistenti e l’insediamento di nuovi stabilimenti in Italia per la ricerca, lo sviluppo e la produzione dei microprocessori e l’investimento in tecnologie innovative, e attraverso il Centro italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore (ChipsIT) istituito con l’ultima manovra finanziaria”.
Direttiva Cer: l’elenco dei servizi essenziali
La Commissione ha proposto un elenco non esaustivo di servizi che sono cruciali per il mantenimento di funzioni sociali vitali, attività economiche, salute e sicurezza pubblica o ambiente, per gli undici settori e sottosettori contemplati dalla direttiva. La fornitura e la gestione del servizio di Internet Exchange Point, cloud computing e data center cruciali sono inseriti tra quelli cruciali per lo sviluppo economico e sociale dell’Unione all’interno del settore “infrastrutture digitali”.
Questi alcuni dei servizi individuati. Settore energetico: produzione di energia elettrica, stoccaggio dell’energia; settore dei trasporti: gestione e manutenzione delle infrastrutture aeroportuali o ferroviarie; settore bancario: presa di depositi e prestiti; settore delle infrastrutture dei mercati finanziari: funzionamento di una sede di negoziazione e di sistemi di compensazione; settore sanitario: distribuzione, produzione, fornitura di assistenza sanitaria e servizi medici; settore dell’acqua potabile: approvvigionamento e distribuzione di acqua potabile; settore delle acque reflue: servizi di raccolta, trattamento e smaltimento delle acque reflue; settore delle infrastrutture digitali: servizi quali la fornitura e il funzionamento del servizio di punti di scambio Internet, il sistema dei nomi di dominio, il dominio di primo livello, il cloud computing e il centro dati; servizi del settore della pubblica amministrazione; settore spaziale: gestione di servizi infrastrutturali terrestri; Produzione, trasformazione e distribuzione del settore alimentare.
Gli Stati membri dovranno identificare le entità critiche per i settori stabiliti nella direttiva Cer entro il 17 luglio 2026. Utilizzeranno questo elenco di servizi essenziali per effettuare valutazioni dei rischi e quindi identificare le entità critiche. Una volta identificate, le entità critiche dovranno adottare misure per migliorare la loro resilienza.