È interessante rileggere gli articoli 64 e 66 del Codice dell’Amministrazione Digitale perché in questi articoli si stabilisce quale debba essere e come vada regolato il rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione. In sostanza si dice che sia la carta di identità elettronica sia la carta nazionale dei servizi sono strumenti idonei per il riconoscimento in rete da parte di chi intende interagire con le amministrazioni pubbliche.
Il comma 2 dell’art. 64 andrebbe eliminato poiché consente anche altre forme di identificazione in rete purché “tali strumenti consentano l’individuazione del soggetto che richiede il servizio”. Una concessione dannosa perché permette di lasciare le cose come stanno. A me piacerebbe che venisse sancito, per legge, il diritto dei cittadini a essere riconosciuti in rete in modo certo.
Se questo avvenisse cambierebbero molte cose; infatti, da un diritto del cittadino nasce un dovere da parte delle pubbliche amministrazioni che è quello di corrispondere con i loro servizi al diritto dei cittadini.
Non si capisce perché si debba poter essere identificati per la strada da un qualunque carabiniere, poliziotto o finanziere e non valga questo stesso diritto/dovere quando si naviga in rete nei siti pubblici.
L’art. 66 del codice stabilisce con quali modalità e a seguito di quali regolamenti vengono rilasciate la carta d’identità elettronica e la carta nazionale dei servizi.
Forse mi è sfuggito qualcosa ma non ho ancora visto questi regolamenti.
Sono dell’avviso, peraltro, che questi due strumenti andrebbero unificati in uno solo e che questo strumento debba anche contenere i dati previsti dalla tessera sanitaria.
A parte il costo della realizzazione di tale strumentario e della sua gestione non si è tenuto conto del fastidio che il cittadino deve sopportare per il fatto di conservare e utilizzare più carte.
La questione del costo non è di poco conto. Fin dalla legislatura 2001-2006 si fecero innumerevoli tentativi per contenere in una sola carta tutte le informazioni necessarie. All’epoca vi fu una strenua opposizione da parte del Ministero dell’Interno, che si voleva tenere esclusivamente per se la carta d’identità, e da parte del Ministero dell’Economia che voleva realizzare la carta sanitaria. Il Ministro dell’Innovazione, constatate le resistenze, lanciò la Carta Nazionale dei Servizi quale strumento certo per la identificazione in rete.
Risultato: la carta di identità elettronica non è stata diffusa, come pure la Carta Nazionale dei Servizi è restata al palo; la carta sanitaria è stata distribuita a tutti i cittadini.
Quanto è costato tutto ciò? Tra studi, sperimentazioni, diffusione peraltro limitata, parecchie centinaia di milioni di euro.
Quanto costerà realizzare ciò che prevede il Codice dell’Amministrazione Digitale? Certamente diverse centinaia di milioni di euro. Non è quindi il caso di rivedere tutto e unificare, con buon senso, tutto il sistema delle carte pubbliche? Oltre ad un enorme risparmio si otterrebbe anche una sostanziale semplificazione.
A proposito, c’è un altro diritto che andrebbe sancito: tutte le operazioni fatte online devono costare molto meno delle stesse operazioni fatte in modo tradizionale allo sportello. Questo si che è risparmio vero per tutti.