Ciniero (Ibm Italia): “Più risorse a favore dell’Ict”

Il numero uno di Big Blue in Italia interviene al nostro forum. “Occorre colmare l’arretratezza informatica che ci divide da altri Paesi e promuovere innovazione a tutti i livelli, utilizzando al meglio quello di cui disponiamo in abbondanza: know-how e tecnologia”

Pubblicato il 13 Ott 2009

L’obiettivo più importante sta nel favorire il cambiamento a
tutti i livelli, legato alla trasformazione del modo in cui la
nostra economia e il nostro quotidiano funzionano. C’è un
bisogno forte di colmare l’arretratezza informatica che ci divide
da altri Paesi e di promuovere innovazione a tutti i livelli,
utilizzando più intelligentemente ciò di cui disponiamo in grande
abbondanza: know-how e tecnologia.Per le imprese ciò significa
analizzare se e quanto gli strumenti in loro possesso rendono
efficiente il modello di business, razionalizzando e investendo con
un’ottica di lungo termine. Per le istituzioni si tratta invece
di promuovere misure propulsive che aiutino ‘qui e ora’. Dalla
coniugazione di questi due aspetti, capacità competitiva e
produttività per l’intero sistema-Paese finiscono per
incrementarsi. Le politiche di sostegno del governo non possono
più permettersi di ignorare l’industria ‘Information
Technology’. Spiace dirlo ma, per aiutarne il rilancio, sono
mancati finora sia stanziamenti ad hoc di risorse finanziarie sia
misure come la defiscalizzazione della ricerca e dell’impiego di
‘cervelli’. Un plauso invece per la PA che si sta muovendo in
maniera brillante, dimostrando di aver capito quanto sia importante
premere l’acceleratore sui progetti che possono contare
sull’integrazione di infrastrutture esistenti, pronte all’uso.
Con la volontà politica di farlo, semplici innovazioni riescono
letteralmente a trasformare il rapporto con i cittadini e le stesse
imprese. Certo, molto resta ancora da fare – pensiamo a quanta
efficienza scaturirebbe dal dialogo di sistemi che oggi soffrono
per mancanza di standardizzazione – ma il volano si è messo in
moto. Pur pressate dall’esigenza di contenere il più possibile i
costi, le piccole e medie aziende italiane ci testimoniano
l’esigenza di cambiare e la consapevolezza di doverlo fare. Non
vedo quindi barriere alla diffusione dell’Ict se non nella
mancanza di aiuti e di stimoli. Lo vediamo, nel nostro piccolo,
ogni qualvolta, accanto alle competenze tecnologiche, offriamo loro
facilitazioni che vanno dal leaseback al finanziamento vero e
proprio, dalle opzioni di dilazione dei pagamenti alla locazione.
È una questione di risorse a disposizione, dunque.  

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