LA SFIDA PAESE

Ciniero: “Servono nuovi professionisti dell’Ict”

L’Ad e presidente di Ibm Italia al Corriere delle Comunicazioni: “Ma per accelerare sul digitale necessari i decreti attuativi”

Pubblicato il 07 Ott 2014

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L’accento sull’Internet veloce, il riconoscimento dei nuovi paradigmi dell’informatica come il cloud, l’introduzione di agevolazioni fiscali per chi sviluppa infrastrutture per la banda larga sono tutti segnali positivi. Come lasciavano intendere gli impegni assunti a luglio con la “Dichiarazione di Venezia”, il Governo ha dunque compiuto un passo in avanti. Non scordiamoci però che sul tema reoccupanti, imputabili al fatto che non abbiamo processi legislativi e burocratici all’altezza. Ma senza i decreti attuativi per dare governance ai processi e agli interventi, le riforme adottate e quelle proposte sono praticamente prive della leva che dovrebbe abilitarle.

Invece c’è bisogno di imprimere velocità, a tutti i livelli. C’è bisogno di favorire il più possibile quella trasformazione digitale dell’economia e della società di cui esistono casi virtuosi in giro per l’Europa. Formazione per le nuove professioni dell’Ict, efficienza delle infrastrutture informatiche nel settore pubblico, sostegno ampio alle startup, trasparenza e partecipazione nel rapporto istituzioni-cittadini: ecco le aree prioritarie di intervento con un approccio strategico d’insieme.

E senza nascondersi dietro l’alibi della mancanza di risorse perché una spending review che razionalizzi ciò di cui disponiamo, a favore dei settori strategici per la competitività, è in primo luogo una questione di volontà.

Ecco gli altri contributi all’inchiesta.

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