Cisco Systems vuole dimostrare che le sue difficoltà stanno
terminando. O almeno di essere sulla buona strada. L’anno
prossimo farà parte della minoranza di aziende tecnologiche che
pagherà il dividendo agli investitori, come solo Microsoft, Oracle
e poche altre possono permettersi di fare. Il produttore di
apparati di networking numero uno al mondo ha infatti reso noto che
distribuirà il suo primo dividendo, dell’1-2%, entro la fine
dell'anno fiscale, a luglio.
L’esatto ammontare dipenderà da alcune questioni di ordine
fiscale, ha spiegato il Ceo John Chambers. Innannzitutto, la tassa
sui dividendi, che dovrebbe essere modificata a breve dal Congresso
americano, e poi l’imposta sul cash rimpatriato dall’estero
dalle aziende Usa. Cisco, come si legge sul Financial Times,
conserva attualmente circa 30 miliardi di dollari della sua cassa
(che ammonta complessivamente a 40 miliardi) all’estero e
Chambers ha assicurato che riporterà tutto il contante negli Stati
Uniti, se il Congresso approverà un’imposta inferiore al 10%
sullo spostamento di fondi.
Anche Microsoft tiene all’estero la maggior parte del suo cash
(in tutto 37 miliardi di dollari), il che limita la flessibilità
finanziaria dell’azienda in termini di capacità di pagare i
dividendi e effettuare operazioni di buy-back di azioni, spiega
Heather Bellini, analista di International Strategy and Investment
Group.
Chambers ha promesso che Cisco cercherà di assumere più personale
negli Usa se questo potrà convincere il Congresso ad agevolare il
rimpatrio dei fondi dall’estero. Ciò aiuterebbe anche la ripresa
economica americana che ancora procede, secondo il Ceo di Cisco,
“a scossoni”, mentre i mercati europeo ed asiatico stanno
andando meglio del previsto.
Quanto alle performance delle proprie attività, Cisco ha
confermato una previsione di crescita annuale media delle revenues
tra il 12 e il 17% per i prossimi tre-cinque anni, molto al di
sopra dei risultati degli scorsi due esercizi. L’azienda spiega
che le vendite di switch e router rappresenteranno una quota minore
delle vendite di Cisco, mentre cresceranno notevolmente le entrate
generate sul mercato dei server destinati ai datacenter aziendali,
dove Cisco fa concorrenza a rivali ben consolidati come Ibm e
Hewlett-Packard. E’ soprattutto quest’ultima il competitor da
contrastare, per Chambers, anche tramite gli investimenti in
ricerca e sviluppo e nuove alleanze con l'arci-rivale di Hp,
Oracle.