La Camera ha approvato la riforma della PA, che ora torna al Senato. Il testo passa con 253 sì, 93 no e 5 astenuti. Il provvedimento norma a “carta della cittadinanza digitale”, con il governo delegato a definire il livello minimo di qualità dei servizi online. A guidare la svolta digitale ci penserà un dirigente ad hoc, il manager alla transizione digitale che dovrà essere scelto in ogni ente.
La cittadinanza digitale cambia il rapporto tra cittadini e amministrazione “partendo dal principio che i cittadini sono al centro dell’azione amministrativa – si òegge sul sito della Funzione Pubblica -che essi godono di diritti di cittadinanza digitale e che a tutela e garanzia del loro godimento sono previsti strumenti adeguati”.
Tutti ci cittadini devono attendersi dalla pubblica amministrazione – Stato, Regioni ed autonomie locali – un livello minimo in termini qualità, accessibilità e disponibilità di servizi online, accessibilità e riusabilità dei dati in formato aperto, alfabetizzazione digitale e partecipazione con modalità telematiche ai processi di decisione delle amministrazioni pubbliche.
La cittadinanza digitale sposta il focus sul potenziale di creazione di nuovi servizi e di nuove modalità di interazione, rendendo disponibili strumenti – quali ad esempio l’identità digitale o l’anagrafe unica – in grado di abilitare la semplificazione di innumerevoli adempimenti e realizzare progressivamente il principio del “digital by default”, in base al quale i servizi devono essere progettati ed erogati in primo luogo in forma digitale.
“La cittadinanza digitale è il punto sul quale si gioca tutta la credibilità della riforma della pubblica amministrazione – ha detto il ministro della PA, Marianna Madia, in un’intervista a CorCom – E’ il primo articolo, non solo simbolico, del disegno di legge delega sulla Pubblica amministrazione. In sintonia con le altre riforme che stiamo realizzando, a partire da quella costituzionale nella parte delle competenze tra Stato e regioni e dall’attuazione della legge Delrio che supera la vecchia configurazione delle province, vogliamo consegnare ai cittadini uno Stato meno complicato, e quindi più veloce ed efficace”.
Obiettivo del governo è assicurare l’erogazione online di un numero crescente di servizi e l’accesso alle comunicazioni di interesse dei singoli cittadini (e imprese) direttamente via internet, con tablet o smartphone.
Il manager per la transizione digitale sarà alle dirette dipendenze dell’organo politico e dotato di competenze tecnologiche e organizzative e avrà un ruolo chiave nella riforma della Pubblica amministrazione attraverso una più efficace governance del processo di digitalizzazione, cui dovrà corrispondere un cambiamento dei processi e degli assetti organizzativi.