Il settore delle telecomunicazioni e dell’economia digitale è un esempio molto interessante, forse il più stimolante, dell’interazione tra innovazione tecnologica, opportunità di mercato, interventi di politica economica e ruolo delle istituzioni. Lo ha detto Claudio De Vincenti, Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, intervenuto oggi all’evento Telco per l’Italia.
Le nuove tecnologie digitali e quelle che useranno la banda ultra larga stanno configurando nuove relazioni di mercato e nuove opportunità per gli operatori: per certi aspetti il nostro paese ha seguito con ritardo questa evoluzione perché in passato c’è stata una carenza della politica economica nella capacità di cogliere quello che accadeva e nell’imprimere un’accelerazione, ha indicato De Vicenti. “Oggi il governo italiano è intervenuto con consapevolezza del processo in corso e della necessità che la politica economica se ne facesse accompagnatrice e promotrice”.
“Colmare il gap con i principali paesi industrilizzati è essenziale per ridare respiro all’economia italiana, sviluppare produttività e competitività e crare nuove occasioni di lavoro”, ha continuato De Vicenti. “Nasce così a marzo 2015 il Piano banda ultra larga del governo che ha dato le strategia e le linee guida essenziali per recuperare il ritardo in infrastrutture e perché gli operatori potessero sviluppare le proprie capacità e mettersi in gioco. Da allora si è messo in moto un processo virtuoso, con un confronto attivo tra gli operatori, mentre il Cipe ha stanziato 3,5 miliardi di cui 2,2 miliardi disponibili subito per le aree bianche”.
Dalla delibera Cipe con lo stanziamento dei fondi al bando Infratel per le aree bianche, l’accelerazione è stata “impressionante” e “oltre ogni aspettativa”: il governo è stato in grado di creare un stimolo per gli operatori a investire, a cogliere le opportunità di mercato, con un processo “che si autoalimenta e cresce via via” e che riguarda non solo le aree nere ma anche i Cluster C e D: “Alla luce delle risposte molto positive date dagli operatori, probabilmente dovremo usare solo 1,6 miliardi sui 2,2 previsti, il che non vuol dire che il resto dei soldi sarà inutilizzato, ma che ci permetterà di potenziare di più la rete”, ha riferito De Vicenti.
“Ognuno investe stimolato dall’altro: questo è un regime di politica economica di espansione e il governo sta dando importanti segnali in questa direzione”, ha continuato De Vicenti. “Non c’è bisogno di grandi politiche espansive perché l’espansione avviene da sola in quanto gli operatori sono fiduciosi che esistono le condizioni per la crescita e che lo Stato interviene per sopperire laddove queste condizioni non ci sono o non sono sufficienti. Il Piano ultra banda larga del governo ha creato le condizioni e la fiducia, gli operatori hanno risposto positivamente: è un risultato straordinario. La banda ultra larga è la nervatura essenziale per il nostro paese per tornare protagonista anche in Europa”.
L’Europa a sua volta ha bisogno di ritrovare proprio questo regime di politica economica espansiva, ha concluso De Vicenti: “E’ questo il nuovo assetto di politica economica europea per cui si batte il governo italiano: anziché focalizzarsi solo sull’austerity, l’Europa torni a credere in se stessa e alla sua capacità di crescere. L’Europa deve dare segnali espansivi acciocché gli operatori investano, le imprese scommettano, i capitali entrino nel nostro continente. Così facendo anche i debiti pubblici scenderanno”.