Alibaba potenzia la sua attività di fornitore di prodotti e servizi per il cloud computing con un nuovo chip, Yitian 710, che alimenta i suoi nuovi server Panjiu. Il nuovo hardware aiuterà Alibaba a competere con le grandi rivali americane del cloud, come Amazon, Microsoft e Google, e a rinvigorire i conti, dopo una trimestrale che ha mostrato un business dell’e-commerce meno brillante del passato.
Il chip Yitian 710 e i server Panjiu sono stati sviluppati da Alibaba precisamente per essere impiegati nei suoi data center e offrire ai clienti prestazioni più elevate: sono disegnati per lo storage dei dati e per supportare le applicazioni di intelligenza artificiale.
L’azienda cinese non ha fatto sapere quando i servizi basati sul nuovo chip e i nuovi server saranno pronti per la commercializzazione. Ha specificato che il processore sarà sviluppato e progettato, ma non fabbricato, in-house.
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Crisi dei chip: le aziende del cloud verso la produzione in-house
In piena crisi dei chip un numero crescente di aziende tecnologiche ha deciso di produrre da sola la tecnologia dei processori. Lo fanno Apple e Huawei per i chip dei loro smartphone e i big del cloud computing non sono un’eccezione. Negli Stati Uniti Google e Amazon hanno già preso questa strada e Alibaba segue il modello che assicura maggiore indipendenza dalla supply chain e controllo sull’innovazione. I processori sviluppati in-house permettono una maggiore differenziazione sul mercato perché possono essere realizzati con lo scopo di supportare specifiche applicazioni.
“Personalizzare i nostri chip per server è coerente con la nostra strategia volta a potenziare le nostre capacità computazionali grazie a prestazioni migliori e maggiore efficienza energetica”, afferma Jeff Zhang, presidente di Alibaba Cloud intelligence, in una nota per i media.
Il chip Yitian 710 di Alibaba si basa su architettura Arm. Nel 2019 l’azienda cinese aveva lanciato il suo primo chip, Hanguang 800, destinato alle applicazioni di intelligenza artificiale.
La stretta regolatoria in Cina e la strategia di Alibaba
Per Alibaba i vantaggi del chip auto-prodotto non finiscono qui. L’azienda considera il cloud computing come motore essenziale della sua futura crescita, ma al momento questa attività rappresenta solo l’8% dei ricavi totali, mentre l’e-commerce è in rallentamento.
L’ultima trimestrale, presentata ad agosto, ha riportato per il primo trimestre fiscale 2021 ricavi inferiori a quanto previsto dagli analisti: 180,24 miliardi di yuan per l’attività core del commercio elettronico (+35% anno su anno), ma le stime puntavano su 184,23 miliardi. Inoltre, l’andamento su base trimestrale ha evidenziato una crescita dimezzata: nel quarto trimestre 2020 i ricavi avevano compiuto un balzo di oltre il 70%. Le revenue totali di Alibaba sono cresciute del 34% a 205,74 miliardi di yuan (31,83 miliardi di dollari), anche qui sotto le previsioni degli analisti. I ricavi della divisione cloud computing sono cresciuti del 29% anno su anno e sono pari a 16,05 miliardi di yuan (2,49 miliardi di dollari).
A colpire le prestazioni di Alibaba nell’e-commerce è innanzitutto la concorrenza nell’attività dello shopping online, ma pesa anche la stretta dei regolatori cinesi Antitrust. Il colosso nazionale ha subito una maxi-multa di 2,33 miliardi di dollari per violazioni delle regole sulla concorrenza ed è stato costretto allo spin-off di parte del ramo fintech (Ant group).
Tuttavia la produzione di chip è un pilastro delle politiche di Pechino volte a consolidare il dominio tecnologico cinese. Per questo Alibaba investe nei processori e nei server: è un settore in cui le autorità lasceranno più probabilmente ai big nazionali la libertà di crescere e innovare per ridurre la dipendenza della Cina dalle importazioni estere.