Aruba fa il grande passo e apre una divisione specifica per servire il mondo enterprise: un team dedicato, di circa 250 persone (di cui 130 certificate), che si occuperà di gestire tutti i processi che vanno dall’acquisizione dei nuovi clienti allo studio e all’esecuzione dei progetti. Si tratta in realtà di una serie di attività già avviate da tempo su imprese di calibro internazionale e soprattutto sulle Pubbliche amministrazioni, ma da oggi il gruppo specializzato nei servizi di data center, cloud, web hosting, e-mail, Pec e registrazione domini, si presenta al mercato con il brand Aruba Enterprise, che sottolinea l’indipendenza necessaria alla focalizzazione completa sul proprio target di riferimento in questi ambiti.
Il battesimo è avvenuto stamattina, a Ponte San Pietro (Bg), dove sorge il Global Cloud Data Center – un work in progress appena entrato nella seconda fase di sviluppo – inaugurato nel 2017. “Scalare i vari sistemi per arrivare a comporre un’offerta adeguata alle organizzazioni di livello enterprise è stato un percorso necessario prima di tutto a noi stessi, nell’ottica di soddisfare via via le nostre crescenti esigenze”, ha spiegato l’Amministratore Delegato di Aruba Stefano Cecconi. “Abbiamo sviluppato negli anni competenze e tecnologie internamente, in autonomia, e proporle al mercato oggi è un passo naturale, una risposta alla sollecitazione che ci è arrivata da alcuni dei nostri grandi clienti. Di sicuro si tratta di un mestiere diverso rispetto a quello che abbiamo fatto finora, ed è per questo che abbiamo creato una divisione ad hoc”.
I servizi di “Cloud e Data Center” aiuteranno quindi le grandi aziende e le Pubbliche amministrazioni ad aumentare l’affidabilità e la compliance dei propri sistemi It, riducendone al tempo stesso i costi attraverso la progettazione e la gestione di intere infrastrutture fisiche o in Cloud, e soluzioni di Disaster Recovery, Backup e Business Continuity. La parte “Trust Services” punta alla digitalizzazione dell’azienda attraverso la dematerializzazione e la certificazione dei processi. Si parla quindi di identità digitale, certificati Ssl (Secure Sockets Layer), sistemi di strong authentication, firma elettronica o grafometrica, marcatura temporale, conservazione digitale a norma e, inoltre, servizi avanzati di Pec e fatturazione elettronica. La nuova offerta farà leva soprattutto per quanto riguarda i servizi Cloud sulle strutture che Aruba sta realizzando sul territorio italiano. Al già citato campus vicino Bergamo, che entro 18 mesi raddoppierà la propria estensione, bisogna aggiungere i 74 mila metri quadri dell’Hyper Cloud Data Center di Roma, i cui lavori dovrebbero partire a breve, e i data center storici dell’azienda, situati ad Arezzo.
Lo sviluppo dell’offerta è stato affidato a Stefano Sordi, già responsabile Marketing e da oggi nuovo Direttore Commerciale di Aruba. Sordi ha confermato la continuità delle operazioni con quanto fatto finora: “Serviamo da anni la Pa con soluzioni di stampo enterprise PA da anni. Dal 2006 siamo i principali fornitori di tessere sanitarie per lo Stato italiano, mentre gestiamo la conservazione documentale di diverse Regioni. Il cambiamento per noi sarà soprattutto sul fronte della relazione con il cliente”, ha precisato Sordi. “Se per altri servizi, gli utenti professionali e le Pmi chiedono pacchetti chiari, definiti, con assistenza online senza nemmeno la necessità di chiamarci, il mondo enterprise desidera un interlocutore che comprenda fino in fondo il funzionamento del suo business. Quando si parla di grandi imprese, un server non è semplicemente un server, la natura di ogni macchina dipende dalle applicazioni che ci girano sopra”.
La nuova divisione parte nel segno della partnership strategica con VmWare, presente all’evento di questa mattina nella persona di Hervé Renault, Emea Head of Cloud Providers, e in quella di Roberto Schiavone, Senior Alliance and Channel Manager Italia. Schiavone, riferendosi al mercato enterprise nazionale ha spiegato: “Secondo le nostre stime, nel 2021 il 50% dei carichi di lavoro avverrà in modalità Cloud”.
Aruba ha portato sul palco anche la testimonianza di due imprese che sfruttano già a piene mani i servizi presentati oggi. In rappresentanza di Decathlon Italia c’era Marco Labianca, Buyer Officer, che ha descritto l’iter dei tre progetti di dematerializzazione avviati con il gruppo guidato da Cecconi nel 2014. “Abbiamo scelto Aruba in quanto Certification authority, e abbiamo cominciato dai contratti di assunzione, rendendoli paperless e snellendo un processo che fino a oggi ha riguardato 12 mila nuove risorse. Ci siamo poi dedicati ai documenti dell’ufficio Hr relativi alla sicurezza dei nostri 122 punti vendita e, a partire dal mese scorso, abbiamo dato vita a una forma di azionariato interno aperta a tutti i dipendenti con più di sei mesi di anzianità, digitalizzando tutta la procedura burocratica di adesione. Siamo riusciti a ottenere un taglio dei costi pari al 35%”.
Davide Albanese, IT Manager di Nexive Italia, ha invece raccontato di aver ottenuto un risparmio del 30% sulla gestione dei sistemi informatici della sua società dopo il passaggio, nel 2017, al Data Center e ai servizi di Aruba. “Abbiamo deciso di rivoluzionare l’infrastruttura tecnologica facendo un vero salto quantico che ha coinvolto tutte le componenti hardware e software. Ora l’architettura è virtuale al 100%. Il vero vantaggio per chi fa servizi postali come Nexive? Riuscire a far fronte ai picchi di carico lavoro che si verificano nei periodi caldi dello shopping online. I nostri clienti ci chiedono flessibilità, e ora siamo in grado di fornirla”.