La Conferenza Cloud Forward 2015 (http://cf2015.holacloud.eu/programme/) ha riunito esperti e operatori sul cloud in base al progetto europeo HOLA Cloud. E’ prevista una nuova edizione nel 2016 e l’Hackademy, rivolta alle PMI per accedere al cloud e per promuoverne e innovarne l’offerta. Sono già usciti i proceedings (http://www.sciencedirect.com/science/journal/18770509): un buon risultato di una buona organizzazione.
Tra le relazioni più apprezzate, Domenico Laforenza (CNR) ha sollevato quesiti, ricordando che la sicurezza e la privacy sono le “preoccupazioni limitanti” all’adozione delle soluzioni cloud. Ha ricordato che voci autorevoli hanno posto in dubbio, alle origini, l’esercitazione di cloudificare tutta l’offerta ICT e i relativi servizi dentro il nuovo vestito alla moda del cloud. Moda denunciata nel 2008 da Larry Ellison, Ceo di Oracle, secondo cui il cloud “era un farneticare incomprensibile e demente”. Sappiamo che Ellison si è ricreduto, presentando, non le scuse, ma i tre livelli di offerta di Oracle: Saas, Paas, Iaas per il 2015, in un quadro previsivo in cui il 95% della spesa IT si sposterà, nel 2025, dall’on premises al cloud.. Nella convention di S. Francisco l’ intervento di Ellison ha posto in una prospettiva storica il passaggio al cloud, centrando l’attenzione sul principale valore aggiunto dell’offerta IaaS di Oracle, la security che“deve scendere lungo lo stack tecnologico, il più in basso possibile”: una svolta. Torniamo a Pisa, sede della Conferenza Cloud Forward, rassegna europea che ha offerto presentazioni e ricerche sulle modalità di utilizzo, sulla scelta, sulle opportunità offerte dai servizi cloud. Il terreno di confronto sul cloud si fa sempre più ampio, ma anche sempre più stringente, e forse il maggiore problema comincia a presentarsi sul lato della domanda, dove il cliente viene avvolto da termini gergali e promesse accattivanti, difficili da verificare e da testare, più simili a scatole nere che a nuvole bianche. Scatole in cui è difficile guardare per capire che cosa si sta acquistando e quanto lo si sta pagando.
Ma bisogna portare, secondo Laforenza con una indicazione che è significativa per l’intera conferenza, anche nelle sedi istituzionali non solo la preoccupazione della sicurezza e della privacy, ma anche quella della interoperabilità e della portabilità dei dati. Solo così si possono ottenere soluzioni e servizi affidabili e però si mantiene anche aperta la possibilità, per il cliente, di non perdere il controllo del proprio patrimonio di dati e di applicazioni. Non perdere il controllo significa – last but not least – mantenere la capacità di preservare la propria autonomia rispetto al fornitore: il prerequisito per avere un mercato competitivo.