Crescono i brevetti registrati dalle Pmi europee e italiane nelle tecnologie di Industria 4.0 come cloud computing, Internet of things (IoT), le reti 5G e l’intelligenza artificiale (Ai), perno della quarta rivoluzione industriale (4IR) e parte significativa del cosiddetto deep tech. All’interno dell’Unione europea, Germania (570), Francia (400) e Italia (273) hanno il maggior numero di piccole e medie imprese che sviluppano tecnologie 4IR.
Ma non si riduce il gap con i Paesi più avanzati nelle innovazioni deep tech: Stati Uniti, Giappone, Cina e Sud Corea. È quanto rileva lo studio congiunto della Banca europea per gli investimenti (Bei) e dell’Ufficio europeo dei brevetti (Epo) concentrato sull’innovazione nei dispositivi connessi e intitolato “Deep tech innovation in smart connected technologies”.
Per fare un confronto, gli Stati Uniti hanno 6.517 piccole imprese che brevettano dispositivi intelligenti e connessi, mentre l’Unione europea ha meno della metà di quel numero: 2.634.
L’Ue non è specializzata sugli oggetti connessi
Il report rileva che l’attività brevettuale delle Pmi europee nelle tecnologie cloud, IoT, 5G e intelligenza artificiale è sostenuta: tra il 2010 e il 2018 (periodo di riferimento dello studio), l’Ue27 ha rappresentato circa il 15% delle famiglie di brevetti internazionali (domande di brevetto depositate in almeno due paesi o con un ufficio brevetti regionale) ed è stato il terzo maggior contributore di famiglie di brevetti internazionali dopo Stati Uniti e Giappone. L’attività brevettuale in queste tecnologie da parte delle piccole e medie imprese dell’Ue è aumentata rapidamente nel 2010-2018, con un tasso di crescita medio annuo vicino al 20%.
Ma, nonostante la solida attività brevettuale, l’Ue27 mostra la specializzazione più bassa nell’innovazione tecnologica 4IR rispetto alla sua capacità di innovazione complessiva. I principali centri di innovazione globali come Stati Uniti, Giappone, Cina e Corea del Sud mostrano la più alta specializzazione nel campo.
Italia terza in Europa
All’interno dell’Unione europea, Germania (570), Francia (400) e Italia (273) hanno il maggior numero di piccole e medie imprese che sviluppano tecnologie 4IR. Alcuni paesi dell’Ue più piccoli, vale a dire Finlandia, Svezia, Irlanda e Danimarca, stanno superando gli altri Stati membri dell’Ue e persino gli Stati Uniti rispetto alle loro dimensioni grazie alla loro alta concentrazione di piccole imprese 4IR. Al di fuori dell’Unione europea, anche il Regno Unito, la Svizzera e la Norvegia hanno prestazioni che lo studio definisce eccellenti.
Il gap con gli Stati Uniti
Le imprese intervistate in Europa e negli Stati Uniti hanno caratteristiche simili per dimensioni e aree di attività: la maggior parte sviluppa innovazione per la sanità, i trasporti, le energie pulite e l’analisi dei dati.
Inoltre, sia nell’Unione Europea che negli Stati Uniti, queste aziende hanno un’intensità di investimento superiore alla media, devono affrontare costi di sviluppo più elevati e hanno anche bisogno di tempo per portare le loro innovazioni sul mercato.
Tuttavia, le piccole e medie imprese contribuiscono a una quota maggiore dell’attività complessiva di brevetti 4IR negli Stati Uniti (16%) rispetto all’Europa, dove rappresentano il 10% dell’attività di tutti i 27 Paesi dell’Unione nello stesso settore.
Inoltre, le pmi europee che sviluppano tecnologie 4IR considerino sia l’Ue che gli Usa dei mercati primari per la crescita: il 57% delle aziende cita l’Europa come il mercato principale per la crescita, mentre il 24% considera gli Stati Uniti il loro futuro mercato primario. Al contrario, le loro pmi statunitensi citano il mercato interno statunitense come una priorità per la crescita attuale e futura e solo il 10% di loro vede l’Europa come un futuro mercato primario.
Le barriere e i rimedi: capitali e talenti
L’accesso ai finanziamenti e la mancanza di talenti qualificati sono citati più spesso come barriere allo sviluppo commerciale da tre quarti delle piccole e medie imprese deep tech che sviluppano tecnologie 4IR nell’Unione europea e negli Stati Uniti.
Secondo le risposte al sondaggio condotto da Bei e Epo, il 49% delle piccole e medie imprese che sviluppano tecnologie 4IR considera i brevetti molto importanti per garantire finanziamenti e l’80% afferma che la strategia di proprietà intellettuale è importante per i propri investitori.
Tra le sue principali raccomandazioni politiche, lo studio evidenzia l’importanza del finanziamento dell’innovazione. Nel primo caso cita sovvenzioni mirate per far decollare le startup 4IR, combinate con round più ampi di finanziamenti messi a disposizione di queste aziende nelle fasi successive dello sviluppo.
Quanto alle competenze, il report vede come ostacoli la frammentazione del mercato nell’Unione europea e la difficoltà di accesso ai migliori talenti per le imprese. Una migliore collaborazione europea sulla proprietà intellettuale, come l’introduzione del brevetto unitario nell’Unione europea, è quindi uno sviluppo positivo. La promozione delle competenze digitali e maggiori opportunità di formazione scolastica e professionale sono tra i possibili rimedi politici di lungo termine.