Italia in vantaggio su virtualizzazione e cloud. A dirlo una survey
realizzata sa Symantec che ha esaminato le modalità in cui le
aziende intendono spostare le applicazioni business-critical su
ambienti virtuali e cloud. Secondo Virtualization and Evolution
to the Cloud Survey 2011 – l’indagine è basata su oltre 3.700
intervistati provenienti da 35 Paesi in tutto il mondo, di cui 200
italiani – in Italia la virtualizzazione dei server è molto
diffusa (84%) e ben il 77% delle aziende sta considerando
l’adozione di cloud ibride/private.
Entrando ancor più nel dettaglio la ricerca rileva che il 54%
delle aziende italiane sta implementando la virtualizzazione di
server contro il 45% delle aziende globali; per quanto riguarda le
cloud ibride/private, si registra un 48% delle aziende italiane
contro il 35% globale.
Per le aziende tricolore, i progetti di virtualizzazione dei server
sono stati quelli che hanno riscosso maggior successo, con una
differenza media di soli 5 punti percentuali tra gli obiettivi
iniziali e quelli raggiunti, in linea con il resto del mondo. Il
divario maggiore è stato registrato per le cloud ibride/private
con il 46%.
Queste disparità sono tipiche dei mercati allo stadio iniziale in
cui le aspettative non vanno di pari passo con la realtà. Man mano
che i mercati di virtualizzazione e cloud continueranno la loro
maturazione, ci aspettiamo di vedere queste lacune colmate.
Le aziende che stanno investendo sulle tecnologie di
virtualizzazione e di cloud ibride/private tendono a seguire un
percorso simile: iniziano a virtualizzare le applicazioni meno
critiche come gli ambienti di test e sviluppo e proseguono poi con
applicazioni di maggior importanza come email e collaboration;
linee di business; eCommerce e supply chain; e Erp/Crm.
Anche le aziende italiane non si discostano da questa tendenza:
delle grandi imprese che stanno implementando la virtualizzazione
più della metà (57%) prevede di virtualizzare applicazioni del
database nei prossimi 12 mesi; il 68% ha pianificato di
virtualizzare le applicazioni web e il 67% le mail e le
applicazioni del calendario. Il 62% infine ha in mente di
virtualizzare le applicazioni Erp.
Nonostante il successo, però, le aziende restano preoccupano per
le questioni inerenti la sicurezza
Il 79% delle aziende che hanno implementato la virtualizzazione del
server ha indicato che la sicurezza è un fattore abbastanza /molto
importante nell’essere più fiduciosi nel passaggio delle
applicazioni business-critical sui server virtualizzati.
Il 58% ha inoltre indicato che la sicurezza costituirà una sfida
importante per l’implementazione della virtualizzazione dei
server. Un atteggiamento simile si rileva anche
nell’affidabilità.
L’88% ha dichiarato che si tratta di un fattore importante per
avere una maggiore fiducia nel passaggio delle applicazioni
business-critical sui server virtualizzati. Tra gli intervistati
che hanno implementato la virtualizzazione dello storage, l’84%
considera l’autonomia e la disponibilità come obiettivi
importanti.
Che gran parte delle imprese nutra apprensione nei confronti
dell’adozione del cloud computing a causa di problemi legati alla
sicurezza lo rileva anche la ricerca di Trend Micro, secondo cui
poco meno della metà (il 43%) dei decisori IT ha incontrato negli
ultimi 12 mesi problemi di sicurezza con i rispettivi cloud
provider.
Lo studio, che ha coinvolto 1.200 decision maker IT di Stati Uniti,
Regno Unito, Germania, Canada, India e Giappone, ha dunque svelato
le incertezze e le preoccupazioni che caratterizzano il passaggio
verso il cloud. In generale lo studio ha confermato come il mondo
delle aziende stia abbracciando questa tecnologia con grande
vivacità e velocità, dando vita a una importante quantità di
nuovi deployment. Poco più del 10% ha affermato di fruire già di
progetti in questo ambito, mentre circa la metà ha ammesso di
trovarsi nella fase implementativa o pilota di nuove applicazioni
cloud.
Nonostante la crescente popolarità di questa tecnologia nella
maggior parte dei Paesi, restano numerose le imprese che nutrono
dubbi e confusione a riguardo, incerte rispetto a cosa siano
realmente i servizi di cloud computing. Di fronte a un elenco di
questi servizi il 93% degli intervistati ha affermato di avere già
all'attivo almeno un progetto. Il 7% di questi ha rivelato
però che la propria azienda non ha in programma alcun deployment
in questo ambito, un dato che quindi risulta alquanto
contraddittorio.
“Secondo le informazioni raccolte possiamo affermare che nei
prossimi anni le applicazioni cloud online sono destinate a
quintuplicare – osserva Dave Asprey, Vice President of Cloud
Security di Trend Micro- Il 43% degli attuali utenti cloud
riferisce però di aver sperimentato un problema di sicurezza nel
corso dell'ultimo anno. Inoltre, molti degli intervistati non
sapevano nemmeno di aver usato il cloud, e tantomeno avevano idea
della relativa sicurezza. Assodato che molti dei cloud service
provider non aggiungono risorse IT adeguate alla sicurezza, la
realtà è che mettere in sicurezza l'ambiente cloud non è
un'opzione, bensì una necessità”.
Ma se è vero che la sicurezza costituisce il principale ostacolo
all'adozione del cloud, è altrettanto vero che esistono altri
due elementi che le imprese considerano vitali: performance e
disponibilità. Lo studio ha rivelato come le principali barriere
al passaggio verso il cloud computing consistano nel 50% dei casi
in preoccupazioni nei confronti della sicurezza dei dati, e nel 48%
in preoccupazioni nei confronti delle performance e della
disponibilità del servizio.
“In passato i maggiori elementi inibitori erano legati alla
sicurezza – sottolinea Asprey – Oggi le prestazioni e la
disponibilità influenzano nella stessa misura le decisioni dei
professionisti IT riguardo al cloud. In effetti, come abbiamo visto
con i recenti casi di falle nei dati, tutto è connesso: la scarsa
sicurezza è causa di downtime e di performance limitate”.
Quando si parla di salvaguardia dei dati presenti nel cloud le
imprese pensano alla crittografia: l'85% degli intervistati ha
confermato di utilizzare tecniche di cifratura per le informazioni
residenti all'interno del cloud. Inoltre, oltre la metà ha
asserito di essere incline a prendere in considerazione il supporto
di un cloud provider laddove venisse fornito anche un servizio di
cifratura dei dati archiviati. Ciò nonostante, le tecniche
attualmente più usate a livello cloud per la gestione delle chiavi
crittografiche risultano vulnerabili.