Il cloud e la mobilità stanno trasformando l’IT e il modo in cui le persone lavorano e collaborano. Se ne parla tanto oggi, ma Citrix Systems ha creduto nel nuovo paradigma dell’IT da più di 10 anni. Merito anche della vision di un presidente e Ceo, Mark Templeton, che ha trasformato un’azienda monoprodotto di 50 addetti e pochi milioni di dollari di fatturato in uno dei colossi mondiali delle tecnologie cloud, collaboration, networking e virtualization, con revenues (2011) di 2,2 miliardi di dollari e uno staff di 7mila persone.
La “cloud era” prende il posto della “Pc era”. Che cosa cambia?
Semplicemente tutto: le architetture IT non sono più solo di proprietà dei dipartimenti IT e questi si trasformano in aggregatori di servizi che altri forniscono. Non solo: nell’era del cloud le applicazioni, che prima erano complesse, diventano semplici e devono arrivare indifferentemente su qualunque device; la connettività è sempre più senza fili; e la sicurezza viene gestita in modo granulare.
L’aspetto sicurezza preoccupa ancora tante aziende.
I dati sono diventati l’asset informatico di maggior valore e li dobbiamo proteggere su tre livelli: quando sono a riposo, in transito, e in uso. In più occorre prevedere un severo controllo dell’accesso a livello di applicazione. Tutto questo blinda i dati, perché la violazione di uno strato non permette un vero accesso. È l’opposto di quanto avviene nel “secured castle” tipico dell’era dei Pc: una fortezza protetta dall’esterno, ma dove basta una violazione, tipicamente dall’interno, per compromettere la sicurezza.
Il mobile com’è connesso al cloud?
I device mobili hanno raggiunto livelli di penetrazione altissimi e stanno modificando il modo di accedere ai dati, per lavoro o per scopi personali: le persone portano i loro device dall’ufficio a casa e viceversa, si spostano con device mobili all’interno dell’azienda, usano device di diverso tipo e vogliono su ognuno la stessa esperienza d’uso. I servizi cloud su mobile garantiscono proprio questo e rispondono al nuovo mobile lifestyle, dove il tempo dedicato al lavoro e quello rivolto alla vita privata sono intrecciati – un trend che io chiamo “lifeslicing”.
Questo cambiamento comporta una visione strategica innovativa: qual è quella di Citrix?
Lungo la catena del valore, l’era del Pc ci ha abituato a focalizzarci su elementi concreti come i device, nonché dati e applicazioni. In Citrix sappiamo che il valore oggi si colloca soprattutto su altri anelli: il design e l’esperienza che si offre all’utente. Il successo di Apple si deve anche a questo: l’azienda non si occupa di produzione, distribuzione o vendita, ma di offrire una tecnologia e un design all’avanguardia, e un’esperienza d’uso unica, creando un legame tra brand e consumatore difficile da scardinare. Citrix offre lo stesso ai suoi clienti: tecnologia, servizi, networking ed esperienza utente di elevata qualità per accrescere la produttività. Ed io sono convinto che le persone riescono ad essere più felici quando sono più produttive, perché sfruttano al meglio il loro tempo.
La crescita di Citrix è stata perseguita sia dando costante impulso a R&D sia tramite acquisizioni. Come vi muovete in questo campo?
La nostra strategia punta a potenziare sempre più i settori in cui siamo attivi (collaborazione online, data sharing, desktop & application delivery, cloud networking e piattaforme cloud) e lo facciamo anche comprando aziende con le competenze necessarie, come abbiamo fatto quest’anno con Podio, Virtual Computer e, da pochi giorni, Bytemobile. La presenza su una linea così estesa di tecnologie, ma in modalità end-to-end e non a compartimenti stagni, ci rende agili, capaci di adeguarci ai cambiamenti e di guardare sempre al futuro.
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Cloud, Templeton: “Così nasce il lifeslicing”
Il ceo Citrix: “La nuvola afferma un nuovo trend per il mobile worker”
Pubblicato il 23 Giu 2012
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