Per Adva la fusione con l’americana Adtran ha rappresentato l’affermazione del principio che lungo il percorso della digital transformation nessuno basta a se stesso. “Nello specifico, l’operazione ci ha permesso di entrare in possesso di nuove competenze e tecnologie per migliorare l’interconnessione dei cloud”. L’ha detto Marcello Forti, Vice President Sales Southern Europe & Vodafone Global Sales di Adva, intervenuto alla tavola rotonda “Parola d’ordine: ecosistema”, durante l’edizione 2021 di Telco per l’Italia.
Standardizzazione e sicurezza, le missioni di Adva
“Fino a ieri un costruttore di tecnologia ottica veniva scelto per le caratteristiche tecniche dei suoi prodotti”, ha detto Forti. “Oggi è una condizione necessaria ma non più sufficiente: servono soluzioni integrabili all’interno di un ecosistema più ampio. In quest’ottica Adva, oltre a supportare gli organi internazionali di standardizzazione, ha cominciato a sviluppare sistemi operativi di rete, software specializzati che permettono alle funzioni virtualizzate di girare sull’hardware dei nostri partner, a partire da Dell”.
L’altro aspetto da prendere in considerazione è quello della sicurezza. “Non tutti lo sanno, ma Adva si è conquistata la leadership di mercato sotto questo profilo: realizziamo infatti meccanismi di cifratura del dato a livello ottico, e pensiamo che questa tecnologia si rivelerà essenziale nel momento in cui il cloud trasporterà informazioni riservate”.
Lo sforzo sul piano della sostenibilità ambientale
Il terzo elemento fondante della proposition di Adva, ha spiegato Forti, è l’ecosostenibilità. “Un tema di assoluta importanza e che fa sempre parte del nostro dna. Basti pensare che nel 2000 la nostra prima fabbrica in Germania fu premiata come miglior edificio a basso impatto ambientale del Paese, superando i progetti di aziende all’epoca ben più blasonate della nostra. Se in passato l’attenzione alla sostenibilità era soprattutto un elemento differenziante rispetto ai competitor privi di questa sensibilità, oggi è un fattore chiave per operare nel mercato. In Adva la misurazione dell’impronta carbonica è diventata sistematica quando British Telecom ha implementato un programma interno per valutare le politiche ecologiche degli operatori della sua filiera”, ha ricordato Forti.
“A quel punto abbiamo fatto nostri quegli stessi obiettivi, e oggi siamo arrivati a produrre macchine per il trasporto ottico che consumano 36 volte di meno delle apparecchiature tradizionali. Parliamo di 0.24 Watt a Gigabit: se moltiplichiamo questo valore per una rete complessa come quella su cui poggia un cloud, diventa abbastanza semplice comprendere l’impatto di questo progresso. Cerchiamo inoltre di elaborare design specifici per il packaging. Se nel 2020 abbiamo registrato l’abbattimento di 10 tonnellate all’anno di CO2, l’obiettivo per il futuro è quello di tagliarne 100. Chiudo dicendo anche rispetto al tema della sostenibilità, le partnership sono fondamentali. Ne abbiamo attivata una col Politecnico di Milano per inoltrare una domanda congiunta al ministero: vorremmo creare una task force dedicata all’efficientamento energetico delle infrastrutture mission critical. Non ci sono eccezioni, ogni questione richiede la capacità di agire a livello di ecosistema”.