BILANCI

Amazon delude Wall Street, i costi zavorrano l’outlook

Il colosso di Seattle chiude l’ultimo trimestre con fatturato in crescita del 22% a 43,7 miliardi, senza centrare le stime degli analisti. Forte spinta da e-commerce natalizio, servizi Prime e cloud. Bilancio positivo per 749 milioni (+267 milioni in 12 mesi). Restano i timori del mercato per il peso degli investimenti sui conti 2017

Pubblicato il 03 Feb 2017

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E-commerce e cloud tirano la volata ai conti di Amazon che però non centra tutte le attese del mercato. Tra le vendite natalizie, la politica aggressiva nei giorni del Black Friday, l’aumento degli abbonati Prime e dei servizi in nuvole il terzo trimestre del gigante di Seattle si è chiuso con il segno più. Fra ottobre e novembre la compagnia fondata da Jeff Bezos ha registrato ricavi per 43,7 miliardi di dollari, in aumento del 22% rispetto ai 35,7 miliardi dello stesso periodo 2015, un risultato netto positivo per 749 milioni (+267 milioni in un anno) e un utile per azione di 1,54 dollari.

Eppure questi numeri non hanno permesso ad Amazon di centrare o superare le stime di Wall Street sul giro d’affari: il mercato si aspettava un miliardo in più di fatturato (44,7 miliardi). Oltre le previsioni invece l’utile per azione che con i suoi 1,54 dollari è andato oltre il dollaro e 35 centesimi atteso dagli analisti. Dopo un calo del 4% nelle contrattazioni after-hours il colosso viaggia a Wall Street attorno al punto percentuale di aumento.

A spingere l’utile di bilancio, oltre alla componente e-commerce con una performance mercato dei venditori terzi (+50% delle vendite in 12 mesi), la crescita di Amazon Web Services, ossia della divisione che offre servizi sulla nuvola: fra l’ultimo trimestre del 2015 e quello dello scorso anno i ricavi sono saliti del 47% a quota 3,54 miliardi e il risultato operativo è balzato di circa il 60% oltre i 920 milioni. Per il primo trimestre del 2017 Amazon prevede ricavi per 33,25-35,75 miliardi di dollari, con un utile operativo fra i 250 e i 900 milioni di dollari. Un dato quest’ultimo sotto il consensus stimato in 1,34 miliardi da FactSet StreetAccount.

L’amministratore delegato Jeff Bezos ha cercato di spostare l’attenzione su Prime, l’abbonamento che garantisce ai membri spedizioni gratis in 48 ore, video, serie tv, musica e altri servizi. “Solo nel 2016 10 milioni di persone si sono abbonate”, ha detto ricordando come sia importante creare un gruppo sempre più ampio di abbonati fedeli ai servizi del colosso.

Amazon appare così è più prudente del mercato. “The story is an investment story”, ha commentato il cfro di Amazon Brian Olsavsky durante la conference call di commento alla trimestrale. Effettivamente dalla scommessa sui contenuti video per i clienti Prime agli speaker Echo, passando per la rivoluzione nella gdo, il sistema di intelligenza artificiale Alexa, l’apertura delle librerie fisiche e le navi cargo , i soldi da tirar fuori non mancano. E va da sé che i risultati di bilancio potrebbero risentirne in termini di utili.

Nonostante quella che potrebbe apparire come una pressione maggiore degli azionisti alla ricerca di dividendi più corposi, la creatura di Bezos non intendere fermare i propri piani d’investimento. L’ultimo in ordine di tempo è quello da 1,4 miliardi annunciato proprio a margine della trimestrale: la creazione di hub merci nello scalo aereo di Cincinnati da 200 voli cargo giornalieri entro 10 anni. Ennesimo sprint sulla logistica che garantirà secondo le stime di Amazon 2.700 nuovi posti di lavoro e che porterà il gigante dell’e-commerce ad aumentare la flotta di aerei oltre i 40 Boeing 767 già acquistati.

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