Satja Nadella, si sa, è un cultore del cloud. Ha fatto della nuvola uno dei suoi obiettivi principali. E sostiene che da quello passi la riscossa di Microsoft, azienda un tempo grande quanto il mercato e oggi portata sull’orlo dell’irrilevanza da un mix di competizione feroce, errori di management e azione dei regolatori dei mercati.
In particolare, questa è la volta dell’India, subcontinente a cui Nadella è molto legato (è nato a Hyderabad nel 1967, anche se oggi ha la cittadinanza americana) e dove Microsoft ha appena lanciato i suoi servizi cloud Azure, lasciando al palo la concorrenza.
In particolare, a fronte di un mondo diviso in 24 “regioni”, tanti quanti sono i centri di competenza dei datacenter su cui poggia la nuvola di Microsoft, l’India è uno dei più nuovi, promettenti e importanti. Amazon pianifica di arrivarci nel 2016, Google ancora non riesce a capire quando la sua Cloud Platform potrà essere accesa, mentre Microsoft da adesso ha una forte presenza con le tecnologie più nuove tra le quali AzureCon, il nuovo Azure Container Service, che permette agli sviluppatori di dividere le applicazioni in “pezzetti” da mettere in container che fanno tutto il lavoro di sincronizzazione e orchestrazione attraverso il cloud.
I numeri di Azure, l’ultimo venuto nel cloud rispetto ai suoi due grandi concorrenti, sono impressionanti. Più di 10mila nuovi clienti alla settimana, ci sono più del 60% dei clienti che utilizzano funzioni avanzate, circa 1,2 milioni di database Sql nella nuvola di Azure con un totale di 30 mila miliardi di oggetti archiviati, a fronte di 350 milioni di utenti attivi nelle directory del cloud di Microsoft con 18 milioni che si autenticano ogni settimana, e circa due milioni di sviluppatori registrati per Visual Studio Online, con una crescita del 10% mese su mese.