Il vero valore del cloud si misura nei risultati delle implementazioni anche al di fuori dell’It. È quanto si ricava dalla nuova indagine di McKinsey (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO), che ha analizzato sfide, motivazioni e risultati dei progetti cloud in Europa e suggerisce 5 priorità strategiche per adottare il cloud su scala e far crescere i ricavi.
Nell’indagine, il 95% delle aziende ha dichiarato di trarre valore dal cloud e più di una su tre ha riferito di avere più della metà dei flussi di lavoro sul cloud. Le aziende che si dichiarano soddisfatte dei loro investimenti nel cloud sono quattro volte di più (55%) di quelle che dichiarano che i ritorni sono insufficienti (13%).
Ma, mentre quasi tutte le aziende europee hanno colto i vantaggi più evidenti dei loro programmi cloud, l’82% riconosce che l’impatto è limitato a specifiche aree aziendali, è stato realizzato solo in parte o è ancora in fase iniziale. Il problema è nel modo in cui viene misurato l’impatto del cloud: secondo McKinsey, l’attenzione ai puri benefici It è un ostacolo, perché circa due terzi del valore potenziale del cloud derivano dall’aumento dei ricavi e dai risparmi sui costi delle operazioni aziendali esterne all’information technology.
La diffusione del cloud in Europa
Al momento, in Europa, meno di un terzo delle aziende ha il 50% dei propri flussi di lavoro sul cloud, ma il trend è in aumento. Nel dettaglio, quasi due aziende su tre hanno già una piattaforma cloud (con più del 20% dei propri flussi di lavoro sul cloud) e una su due dichiara che sta effettuando una migrazione su larga scala o costruendo nuove applicazioni e funzionalità sul cloud. Delle aziende che hanno già una piattaforma cloud, circa il 65% ha più del 20% dei carichi di lavoro sul cloud.
Le implementazioni on-premises non spariscono: quasi due terzi delle aziende con un’adozione del cloud superiore al 50% dei flussi di lavoro mantengono ancora più del 20% delle attività in sede.
L’automazione nel coding e nella sicurezza
Come le loro controparti statunitensi, i player europei mostrano un grande interesse nell’automatizzare la distribuzione del codice e i controlli di sicurezza (50% contro 66% rispettivamente per i player europei e statunitensi).
Stanno anche cercando di migliorare la produttività degli sviluppatori, un compito particolarmente difficile. Il successo è strettamente legato al modello operativo, con le aziende agili che riportano risultati quantificati nettamente superiori (il 41% delle aziende statunitensi agili segnala miglioramenti superiori al 20% nella produttività degli sviluppatori, contro il 9% delle aziende statunitensi non agili).
Oltre l’It: il valore generato dalla “nuvola”
Circa il 95% di tutte le aziende intervistate ha ottenuto un certo grado di miglioramento operativo, in termini di sicurezza e qualità, e il 75% ha realizzato risparmi sui costi It o aumenti di produttività. Inoltre, oltre il 50% è stato in grado di generare nuovi ricavi dal proprio programma cloud e un terzo ha registrato risparmi sui costi al di là dell’It.
La maggior parte delle aziende (71%) misura i vantaggi del cloud in miglioramenti operativi It, il 66% in risparmi sui costi It e il 63% in numero di applicazioni sul cloud. Solo circa un’azienda europea su tre, invece, monitora i risultati non It, come i risparmi sui costi al di fuori dell’It (37%) o la generazione di nuovi ricavi (32%).
Rispetto alle aziende statunitensi, circa cinque volte di più le aziende europee stanno ancora perseguendo una migrazione al cloud guidata dall’It, con un’enfasi significativa sul sollevamento e lo spostamento dei carichi di lavoro esistenti. Tuttavia, le aziende europee che misurano i risultati al di là dell’It acquisiscono un valore maggiore dal cloud rispetto a quelle che non lo fanno (29% contro 13%).
Non sorprende che anche i tassi di adozione di FinOps varino: il 63% delle aziende europee ha dichiarato un certo grado di adozione rispetto all’87% delle aziende statunitensi. Questo divario è probabilmente il risultato di differenze nella spesa per il cloud e dovrebbe diminuire con la maturazione delle capacità cloud delle aziende europee.
Le 5 priorità strategiche per scalare
Secondo McKinsey, la priorità numero uno per sviluppare programmi cloud su scala è cambiare la natura del rapporto coi fornitori e trasformarli in partner: le aziende europee dovrebbero andare oltre le relazioni “tradizionali” con cloud service provider e integratori di sistemi per allinearsi con loro sugli obiettivi della loro trasformazione aziendale e far leva sulla loro capacità tecnologica e di formare il personale tecnico interno. Queste partnership strategiche possono aprire nuove opportunità di business, grazie alla progettazione congiunta di un portafoglio di servizi e prodotti basati sul cloud, e aiutare a definire la governance del programma cloud.
La seconda priorità strategica è modernizzare il modo di lavorare, in particolare tramite piccoli team interfunzionali per muoversi rapidamente e costruire solide basi. Data l’importanza della collaborazione con i fornitori, le aziende dovrebbero integrarli nel modello operativo, mettendoli in contatto con i team competenti. Il successo dipenderà dalla strutturazione dei contratti, in modo che i provider siano incentivati a lungo termine a fornire buoni risultati e codice di facile manutenzione.
La terza priorità è nell’adozione del FinOps, ovvero la gestione finanziaria del cloud, per ottimizzare la spesa e monitorarne l’impatto fin dalle prime fasi di implementazione. L’esperienza sul mercato Usa indica anche che è importante creare meccanismi di influenza, come la comunicazione da parte della leadership, l’acquisizione di consenso da parte degli stakeholder che possono consentire l’acquisizione di valore, la formazione degli ingegneri sui modi di lavorare sul cloud e la realizzazione di FinOps tramite l’automazione, ove possibile, per agire sulle opportunità di ottimizzazione.
Quarto elemento chiave per scalare i progetti cloud è essere chiari sui trade-off del Roi. Il valore del cloud deriva dal concentrarsi sulle operazioni aziendali e dal raggiungere la scala. Tuttavia, l’utilizzo del cloud su scala dovrebbe essere più incentrato sul Roi che sul numero di flussi di lavoro sul cloud per evitare un restringimento del valore creato.
Quinta priorità: collegare le capacità di compliance esistenti con quelle dei provider per gestire un ambiente normativo in rapida evoluzione: i fornitori e gli integratori di sistemi spesso dispongono di capacità forti e dedicate in questo settore e possono fornire, ad esempio, documentazione ed esperienza in materia di conformità a livello tecnologico, tanto più oggi con la moltiplicazione delle norme a livello locale ed europeo. La leadership tecnologica dovrà non solo integrare in modo ponderato queste capacità nei propri processi (come la gestione dei dati e degli accessi), ma anche garantire una comunicazione chiara tra gli esperti normativi dei fornitori e quelli della propria azienda.