Le strategie di tipo cloud first, che prevedono cioè l’adozione prioritaria in azienda di strumenti e tecnologie legati al cloud, hanno un forte legame con alcune precise caratteristiche di business, come la relazione con i clienti, la qualità dei prodotti e dei servizi erogati al mercato e la capacità di innovazione. Sono questi, in sintesi, gli elementi chiave, individuati dalla maggior parte degli intervistati (70%) nell’ambito della ricerca Cloud fit for purpose, condotta da Accenture in collaborazione con Sda Bocconi, che orienterebbero le aziende verso il cloud.
In modo complementare, si legherebbero a una strategia di tipo cloud first anche precise priorità di business. Tra queste, gli intervistati concordano sul fatto che gli obiettivi di sostenibilità, il miglioramento della customer experience e la necessità di migliorare il livello di sicurezza e resilienza dei processi, uniti all’esigenza della loro scalabilità e integrazione, hanno un forte impatto sulle scelte in termini di strategia cloud.
Strategia cloud: un tassello delle funzioni aziendali
La ricerca Cloud fit for purpose, che ha coinvolto oltre 50 C-Level di altrettante aziende italiane di medie e grandi dimensioni e di varie aree di business, offre una fotografia del livello di maturità raggiunto nelle organizzazioni rispetto alla transizione verso il cloud nonché una serie di spunti per aiutare le aziende a rafforzare le capacità cloud aziendali (cloud capabilities) nel prossimo futuro. In particolare, lo studio pone ancora una volta l’attenzione su come la strategia cloud debba essere considerata non in modo isolato, ma alla luce delle diverse funzioni e caratteristiche aziendali. Per misurarne lo stato di avanzamento occorre guardare anche ad altri aspetti propri dell’organizzazione, come le caratteristiche del business, le condizioni organizzative e le scelte di governance tecnologica.
“Questa ricerca realizzata mostra, ancora una volta, come il cloud rappresenti la chiave della trasformazione digitale in azienda – dichiara Valerio Romano, Cloud first lead Iceg Accenture – Il cloud deve essere considerato non come una tecnologia ma come un nuovo modo di pensare l’organizzazione e i processi aziendali. Ovviamente si tratta di un percorso che presuppone alcune condizioni fondanti come la capacità di gestire la complessità tecnologica che l’integrazione del cloud nei modelli operativi aziendali richiede e un modo sistemico di pensare l’innovazione che deve attraversare tutte le funzioni aziendali”.
Tre differenti approcci al cloud
La ricerca ha reso evidente anche come le organizzazioni adottino differenti approcci al cloud. Sono tre i possibili approcci alla strategia cloud first individuati da Accenture e Sda Bocconi che consentono di tracciare una sorta di continuum e in cui si raggruppano le aziende intervistate: innanzitutto, i Cloud continuum rider (42% delle aziende della survey) esplorano le opportunità del cloud e non hanno ancora un alto livello di strutturazione della strategia e della roadmap di transizione. L’obiettivo prevalente è l’ottenimento di livelli superiori di operational excellence, seguito dalla customer experience e dai Kpi di sostenibilità. Le esigenze principali sono quelle di porre il cloud come prima possibile alternativa. La governance complessiva è demandata ai team di infrastrutture/applicazioni o al Cio. Il modello prevalente di cloud è quello ibrido. Le competenze sul cloud sono portate in prevalenza dall’esterno, mediante system integrator o vendor di soluzioni applicative. La percentuale di budget IT allocata al cloud è di circa il 14%.
Ci sono poi i Cloud continuum climber (27% delle aziende della survey), caratterizzati da una tensione trasformativa che li porta a esplorare nuovi contesti di business e a modernizzare l’architettura tecnologica aziendale. In prevalenza puntano al miglioramento della customer experience e alla scalabilità del business. Nel profilo Climber è più alta la percentuale di aziende con un cloud governance team (43%), così come aumenta il peso del Cio nella guida della transizione. Il modello prevalente di cloud è tendenzialmente ibrido o di combinazione fra cloud pubblico e soluzioni on-premise. Le competenze cloud non sono ancora del tutto internalizzate, ma esiste un piano di progressivo ampliamento delle stesse, con la prospettiva dell’insediamento di un centro di competenza cloud. La percentuale di budget IT allocata al cloud, mediamente sempre al di sopra del 15%.
Infine, i Cloud continuum driver (31% delle aziende della survey), che vogliono consolidare le capacità cloud dell’azienda, in presenza di un business nativo digitale o fortemente impattato dal digitale nel perseguimento delle strategie di crescita aziendale. Gli obiettivi di raggiungimento della sostenibilità e della business agility rappresentano le leve per passare da un approccio progettuale al cloud ad uno che vede la transizione al cloud come un processo continuo. La presenza di un cloud governance team trova riscontro nella metà delle aziende Driver, ma a questo organismo si affianca anche un centro di competenza per la gestione degli aspetti più implementativi.
Passare da una logica di programma ad una logica di processo
“La ricerca ha evidenziato come ci siano delle sostanziali differenze tra le imprese su come queste approcciano al cloud – dichiara Gianluca Salviotti, Associate professor of Digital transformation practice, Sda Bocconi School of Management – Alcune lo fanno con un approccio strategico e formalizzato, andando ad operare una progressiva integrazione di tutti gli asset aziendali, mentre altre hanno un approccio più tattico e di esplorazione. La sintesi è che non è importante come si arriva a questo nuovo modello, l’importante è che le imprese che utilizzano il Cloud passino da una logica di programma ad una logica di processo, andando a sfruttare le potenzialità offerte da questo nuovo modello in coerenza alle linee di evoluzione aziendale”.
Fra i vantaggi, la riduzione dei costi
Quanto ai vantaggi, come concorda gran parte della letteratura scientifica sul tema, l’adozione del cloud in azienda permette di ridurre i costi. Ma le aziende che fanno del cloud la base tecnologica per l’evoluzione del loro business e lo impiegano in modo trasversale a tutte le funzioni, passando da una logica di programma ad una di processo, non ottengono solo dei risparmi in termini di costi. Più della metà delle aziende intervistate da Accenture e Sda Bocconi, il 69%, ha dichiarato che il cloud ha avuto un impatto diffuso su tutta l’organizzazione. Un ulteriore 17% ha segnalato un impatto su diverse business unit e funzioni.
Tuttavia, ad oggi solo parte delle realtà in Italia si è strutturata per accogliere un approccio di tipo cloud first. Il 46% di esse dichiara infatti di avere già identificato le applicazioni che passeranno al cloud, mentre soltanto il 44% ha formalizzato e approvato un piano che identifichi una visione e una strategia operativa di passaggio al cloud. Inoltre, solo il 34% delle aziende ha stimato in modo completo i costi connessi alla transizione al cloud.
La disponibilità di adeguate competenze e il consolidamento di prassi di lavoro agile sembra essere un ulteriore tema aperto nell’agenda degli intervistati. Solo il 13% dei Cio coinvolti è infatti convinto di avere piena disponibilità di competenze per scegliere e implementare le soluzioni cloud presenti sul mercato. Infine, il pieno utilizzo di pratiche di lavoro agile caratterizza poco più di un quinto dei casi. La maggior parte delle aziende sceglie ancora di gestire le fasi a valle delle strategie cloud first tramite fornitori di servizi cloud, come system integrator.