Per Ibm, e probabilmente anche per il suo Ceo Ginni Rometty, è l’accordo di una vita. Dopo aver chiuso l’acquisizione di Red Hat, che le dà un punto di forza enorme nel settore dell’open source e delle tecnologie di base del cloud, adesso l’azienda ha firmato un accordo con AT&T che durerà anni e vale “miliardi di dollari”.
L’accordo pluriennale consentirà al carrier di ospitare le sue applicazioni aziendali sul cloud di Ibm. Un portavoce dell’azienda ha confermato che l’accordo multimiliardario si estenderà “per diversi anni”, ma non ha specificato il valore esatto dell’accordo o il periodo di tempo.
La partnership segna il primo successo commerciale annunciato da Ibm dopo la chiusura dell’acquisizione da 34 miliardi di dollari del colosso dell’open source Red Hat la scorsa settimana.
Come parte dell’accordo con AT&T, l’azienda di telecomunicazioni utilizzerà la piattaforma open source di Red Hat per gestire carichi di lavoro e applicazioni e “servire meglio” i clienti aziendali. AT&T e Ibm collaboreranno allo sviluppo di “piattaforme di edge computing” che sfrutteranno le reti 5G e dispositivi connessi a Internet.
Con questo accordo accelera la strategia di rilancio di Ibm da parte di Ginni Rometty, dopo la “cura dimagrante” che ha trasformato ancora una volta il modello di business dell’azienda nata nel 1911 a New York per produrre macchine per ufficio. Secondo gli osservatori Ibm sta facendo di tutto per arrivare preparata al cambio di paradigma tecnologico e di business che sta avvenendo in questo momento storico e che è legato alla digitalizzazione su ampia scala delle imprese e all’arrivo di tecnologie per la connettività come il 5G. Giocano a favore della fase di trasformazione attuale oltre al “dividendo dei cellulari”, che permette di avere componentistica molto economica e potente nei dispositivi al bordo della rete, il potenziamento delle tecnologie del cloud, le novità per l’intelligenza artificiale, e i sistemi di gestione dei big data.