STRATEGIE

Cloud Italia, il Consorzio Cic rientra in gioco: “Interessati a partecipare alla gara”

L’annuncio a seguito della scelta del progetto da parte del Governo. Ma non senza condizioni: “Serve trasparenza, vanno tutelati con determinazione gli interessi presenti e futuri del Paese”. Auspicato il fronte comune tra le imprese italiane e gli enti pubblici coinvolti

Pubblicato il 28 Dic 2021

PSN al via con Emanuele Iannetti

Il Consorzio Italia Cloud (Cic) è pronto a rientrare nella partita del Polo strategico nazionale. Dopo aver deciso di non sottoporre un proprio progetto, il Consorzio che vede in campo le società Seeweb, Sourcesense, Infordata, Babylon Cloud, Consorzio Eht e Netalia e da poco anche Insiel, la società in-house della Regione Friuli Venezia Giulia, annuncia in una nota di essere pronto per correre per il Polo Strategico Nazionale. “Il Consorzio Italia Cloud accoglie positivamente la scelta del Governo per il progetto del Polo Strategico Nazionale (quello a firma Tim, Sogei, Cdp e Leonardo, ndr) e plaude per la rapidità con la quale si è arrivati a questo primo traguardo. Guardiamo con attenzione al seguito, ovvero al bando ed alla successiva gara, a cui il nostro Consorzio è interessato a partecipare. Attediamo pertanto di leggere nel dettaglio il testo del bando di gara, per assicurarci che tutto sia fatto nel rispetto delle regole e con la dovuta trasparenza, nonché nell’interesse di medio e lungo termine del nostro Paese”.

Il Consorzio però “reclama trasparenza da parte del Governo e fa appello agli organi competenti affinché vengano tutelati con determinazione gli interessi presenti e futuri del Paese, auspicando un fronte comune tra le imprese italiane e gli enti pubblici coinvolti, a partire dalle società in-house delle Regioni”, si legge sempre nella nota.

Secondo il presidente del Consorzio, Michele Zunino: “l’unica via auspicabile e percorribile è quella che prenda in considerazione asset e competenze  già presenti nel nostro Paese e capaci di garantire che gli investimenti previsti vengano impiegati nel modo più trasparente ed opportuno, per valorizzare le competenze italiane e tutelare la sicurezza dei dati, un elemento questo che potrebbe essere irrimediabilmente compromesso laddove vi fosse un coinvolgimento diretto o indiretto di soggetti extraeuropei. Al di là del tema della protezione giuridica, rimane centrale la scelta dell’impegno dei fondi del Pnrr per ridurre oppure per accrescere la dipendenza dell’Italia da fornitori extraeuropei”. “Il modello del Cloud Nazionale – conclude il presidente Michele Zunino – è l’unica soluzione responsabile e percorribile che possa assicurare una trasformazione digitale trasparente capace di guardare al futuro, nel pieno rispetto degli interessi strategici di medio e lungo termine del paese. Ecco perché il nostro Consorzio è una delle poche realtà in grado di mettere al servizio del Paese, ribadisco “al servizio del Paese”, le migliori competenze strategiche e tecnologiche con una visione a medio lungo termine”.

Fratelli d’Italia punta il dito contro la scelta del Governo

“Il Governo ha annunciato di aver scelto la proposta progettuale di Tim, società mandataria della costituenda Ati con Leonardo, Cdp e Sogei, che costituirà la base per il bando di assegnazione del Polo strategico nazionale del Cloud per la PA, che sarà emanato entro qualche settimana. Inevitabile, in sede concorsuale, il punto di vantaggio dei proponenti, il che aumenta i dubbi e i nodi da sciogliere ed emerge un vistoso deficit di trasparenza”. Lo dichiarano in una nota congiunta i deputati di Fratelli d’Italia Alessio Butti, responsabile Tlc e media di Fdi e Federico Mollicone, responsabile Innovazione del partito. “Quali valutazioni -si chiedono- sono state fatte rispetto alla affidabilità di Tim (società mandataria dell’Ati, con il suo 40%) come partner industriale della cordata, dal momento che si tratta di un’azienda attualmente senza governance e con la possibile Opa di un operatore finanziario straniero che potrebbe avere strategie diverse? Tra pochi messi Tim potrebbe essere tutt’altra cosa. Tiene conto di questo il governo? E poi, quali considerazioni rispetto al ruolo di Sogei, che è già Psn per legge dal 2012? Vince un concorso per un servizio per il quale è già assegnatario?”.

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