Calano gli investimenti cloud nelle aziende dell’area Cema (Europa Centrale e Orientale, Medio Oriente e Africa). Lo rileva uno studio Idc secondo cui il calo è del 7% nel primo trimestre 2015, un dato in forte contrasto con la crescita annuale del 24% registrata l’anno precedente. Inoltre, gli investimenti cloud di tipo pubblico sono in fase di stallo in Europa Centrale e Orientale, in particolare quelli relativi ai server.
“L’indebolimento complessivo del business in Russia e l’incertezza che circonda le leggi sulla localizzazione dei dati sono stati i principali responsabili del calo”, spiega Jiri Helebrand, analista di Idc. In dettaglio, i dati di Idc rilevano che le spese per le infrastrutture dedicate al cloud rappresentavano circa il 12% del totale degli investimenti in data center nel 2014: nel primo trimestre 2015 lo stesso dato si è attestato invece sull’11%. Nonostante questi numeri però, Idc prevede che il mercato avrà un forte rialzo entro la fine del 2015 ed entro il 2019 presenterà una dimensione due volte maggiore rispetto a quella attuale. Nell’area Cema, conclude il report, il cloud privato continuerà a crescere per i prossimi anni.
“Idc crede che si tratti di un temporaneo rallentamento nel mercato che in realtà è pronto per una crescita stabile a due cifre, al contrario dei mercati di hardware tradizionale”, puntualizza Helebrand.
In Italia invece non c’è nessun momento di stasi: secondo dati del Politecnico di Milano, il mercato del cloud viene stimato in crescita del 25% entro la fine del 2015 ed è destinato a raggiungere un valore pari a 1,51 miliardi di euro. Contribuiscono a questa stima soprattutto gli investimenti dedicati alla Cloud Enabling Infrastructure, ovvero quelli impiegati per aggiornare il patrimonio infrastrutturale e applicativo già esistente in azienda, che valgono in Italia 1,05 miliardi di euro e crescono del 21%, e quelli dedicati al Public Cloud, stimabili in 460 milioni di euro, in crescita del 35% anno su anno