Quando si parla di tasso di adozione del cloud, le aziende del settore sanitario risultano in ritardo rispetto alla media totale degli altri comparti. Tuttavia, nel corso dei prossimi anni dovrebbe verificarsi una crescita dal 53% al 74%, in linea con il trend globale di evoluzione verso infrastrutture IT multicloud, che comprendono un mix di cloud privati e pubblici. A dirlo è uno studio realizzato da Vanson Bourne per Nutanix, specialista delle soluzioni di hybrid multicloud computing, che ha presentato i risultati relativi al settore sanitario dello studio Enterprise Cloud Index (Eci).
Per il quinto anno consecutivo, l’indagine ha coinvolto 1.450 decisori IT in tutto il mondo tra dicembre 2022 e gennaio 2023. La ricerca focalizzata sui trend di implementazione e pianificazione del cloud nel settore della sanità è stata realizzata sulla base delle risposte di 250 professionisti IT di tale mercato.
Riflettori puntati sul multicloud ibrido
Il multicloud ibrido è il modello operativo con la maggiore crescita prevista tra tutte le aziende analizzate nell’Eci. La metà della percentuale di intervistati nel settore sanitario (6%), rispetto all’insieme di risposte a livello globale e intersettoriale (12%), ha adottato il modello multicloud ibrido.
Tuttavia, chi opera nell’healthcare prevede di aumentare le implementazioni multicloud ibride di oltre sette volte (38 punti percentuali), nei prossimi tre anni, raggiungendo una penetrazione del 44%. Inoltre, alcune aziende del settore sanitario prevedono di iniziare a utilizzare più cloud pubblici (multicloud) come unica infrastruttura IT, portando l’utilizzo di questo modello dall’attuale 0% all’8% entro il 2026.
Le sfide da affrontare
Agli intervistati è stato chiesto quali sono le sfide che stanno affrontando in termini di cloud, come eseguono le applicazioni aziendali e dove pensano di farlo in futuro. È dunque emerso che la sicurezza informatica è il principale stimolo all’investimento nell’infrastruttura IT. La cybersecurity è stata citata dal 13% degli intervistati quale principale driver che guida le loro scelte di acquisto relative all’infrastruttura IT, seguita dalla sovranità dei dati (12%) e dalla flessibilità di esecuzione in cloud e on-premise (9%).
I costi sono stati citati solo dal 4% degli intervistati sebbene la maggior parte degli intervistati ponga il controllo dei costi in cima all’elenco delle sfide da affrontare. L’86% degli intervistati del settore sanitario, infatti, ha indicato il controllo dei costi del cloud come una sfida nella gestione delle loro attuali infrastrutture IT e più di un terzo (36%) la indica come una sfida “significativa”.
Gli ambienti misti, d’altra parte, creano nuova complessità e richiedono un unico luogo per gestire tutti i carichi di lavoro e i dati. Il 96% delle aziende del settore sanitario concorda sul fatto che l’ideale sarebbe disporre di un’unica piattaforma per gestire le diverse infrastrutture pubbliche e private. Ne consegue che la maggior parte delle aziende del settore sanitario intervistate ha indicato il disaster recovery (42%) come principale sfida nella gestione di infrastrutture miste. Seguono la visibilità su dove si trovano i dati (41%), l’analisi e l’orchestrazione dei dati (40%) e i costi di archiviazione dei dati (40%).
Viene infine attribuita un’alta priorità alla mobilità delle applicazioni. Tutte le aziende che operano nel settore sanitario hanno spostato una o più applicazioni in un nuovo ambiente IT negli ultimi 12 mesi. La sicurezza e la sostenibilità (40% entrambe) vengono citate come la ragione più frequente per tale spostamento.