“Oltre all’indipendenza tecnologica, la creazione di un cloud italiano ci permetterà anche di garantire un livello molto più elevato di protezione ai dati dei cittadini e a informazioni nazionali strategiche. Ritengo che in Italia ci siano eccellenze che potranno rispondere in maniera adeguata a questa sfida e costruire in futuro un servizio di grandissima qualità”. Marco Iannucci, ceo di Boole Server interviene nel dibattito sulla questione del cloud “nazionale”. È il ministro della Transizione digitale Vittorio Colao a caldeggiare e a spingere la creazione di un ecosistema in grado di garantire maggior indipendenza tecnologica alla stregua e parallelamente al progetto europeo Gaia-x.
Iannucci, crede che il nostro Paese abbia le carte in regola per affrontare la sfida? Quali opportunità si aprono e, soprattutto, intravede ostacoli sul cammino?
Non bisogna dimenticare però che la sensibilità delle aziende e dei cittadini verso la protezione dei dati è in costante aumento e sono in aumento, o si stanno ampliando, anche i regolamenti che la richiedono. È importante, in questa fase, tenere presente anche gli sviluppi futuri in questo senso e prevedere una cybersecurity “by design” che possa adeguarsi facilmente a questa evoluzione.
Fra le ipotesi a cui lavora Colao una “piattaforma” risultante dalle partnership pubblico-privato attraverso “candidature spontanee” di player che il governo valuterà e il coinvolgimento di soggetti pubblici come Cdp e Sogei. Cosa ne pensa di questa ipotesi?
La collaborazione tra pubblico e privato è fondamentale per una transazione efficace in quanto credo che il nostro tessuto aziendale nazionale sia molto competitivo e vitale nel settore tecnologico e si è fatto strada grazie alle competenze sviluppate negli anni e grazie ai suoi meriti che però, vengono riconosciuti soprattutto all’estero. Ora è arrivato il momento di investire su aziende nazionali e dare loro l’opportunità che meritano e che fino ad oggi sono state affidate quasi esclusivamente ai grandi player esteri. Ritengo che questa partnership porterà grande innovazione in un settore, quello pubblico, che è molto indietro dal punto di vista tecnologico, frenato da vecchie procedure che vanno modernizzate.
Boole Server è stata selezionata dalla Commissione Europea: in cosa consiste il progetto che avete portato a casa e quali sono gli obiettivi?
Si tratta di un progetto molto strutturato che prevede la protezione dei dati riservati che, all’interno di questa Istituzione, seguono iter complessi a partire dalla loro creazione, alle modifiche da parte di soggetti diversi, fino alla fruizione da parte dei membri della Commissione. Tutte queste operazioni possono avvenire da posizioni distanti geograficamente, da diverse tipologie di dispositivi e connessioni non sicure, il che le rende ad altissimo rischio. Boolebox, che applica una protezione datacentrica, tramite la cifratura di livello militare, abbatte i rischi a prescindere dal contesto in cui ci si trova e garantisce che solamente chi è esplicitamente autorizzato possa accedere ai contenuti. In fase di selezione della soluzione da parte delle istituzioni europee è stato decisivo il fatto che né il loro stesso personale tecnico, né noi che abbiamo creato il software potessimo accedere ai loro contenuti riservati e questa è una garanzia che altri software non potevano offrire.
Ci sono altri enti governativi o pubbliche amministrazioni a cui fornite le vostre soluzioni?
Abbiamo tra i nostri client enti pubblici importanti soprattutto all’estero tra cui posso citare British Telecom, European Commission, European Defence Agency, European Union External Action, Public Pension Agency (Uae), Abu Dhabi Social Support Authority e Qatar Armed Forces. In Italia siamo un po’ meno presenti nel settore della PA ma ci sono numerose aziende importanti del settore privato che hanno scelto la nostra soluzione per proteggere i loro dati aziendali. Due clienti istituzionali invece che proteggono i loro dati ormai da tanti anni con boolebox sono Eni e Rai. Speriamo che, ora che anche la PA italiana ha iniziato questo percorso di evoluzione verso la digitalizzazione e, soprattutto verso la cybersecurity, potremo dare il nostro contributo anche nel nostro paese.
Avete altre commesse “pubbliche” in ballo? E quali sono i vostri piani per la seconda metà dell’anno e soprattutto per il futuro?
A seguito dell’adozione della nostra soluzione da parte di tre tra le più alte istituzioni dell’Unione Europea, anche diverse altre agenzie ed enti europei hanno avviato il percorso di valutazione per l’adozione di boolebox per la protezione e la gestione dei loro dati riservati. Ma anche se questi riconoscimenti a livello europeo sono molto importanti per la nostra azienda, il nostro desiderio è di mettere a disposizione il nostro know-how nel campo della protezione dei dati anche in Italia nel contesto dell’ambizioso progetto di digitalizzazione del ministro Colao.