Il multicloud fatica a farsi strada tra le società del mondo dei servizi finanziari, in coda alla classifica di adozione con meno del 10% delle aziende che lo hanno implementato. E’ quanto emerge dai risultati della quarta edizione del report Enterprise Cloud Index (Eci) pubblicato da Nutanix. Ma il ritmo di adozione di soluzioni che comprendono un mix di cloud pubblici e privati dovrebbe rapidamente aumentare nei prossimi anni – secondo la ricerca – fino ad arrivare al 56%. L’Enterprise Cloud Index è stato realizzato da Vanson Bourne per Nutanix intervistando 1.700 responsabili delle decisioni IT in tutto il mondo nei mesi di agosto e settembre 2021. L’appendice sui servizi finanziari ha preso in considerazione le risposte fornite da 250 professionisti IT di banche e compagnie assicurative di tutto il mondo.
Dalla ricerca è emerso che le società di servizi finanziari si trovano ad affrontare numerose sfide legate al multicloud, tra cui la sicurezza (50%), l’integrazione dei dati tra i cloud (46%) e le prestazioni di reti overlay (43%). Quasi il 78% del campione ha citato la mancanza di competenze IT necessarie a gestire le attuali esigenze aziendali.
Multicloud ibrido e servizi finanziari
Il 31% del campione preso in considerazione dallo studio utilizza data center three tier non abilitati al cloud come unica infrastruttura IT. I servizi finanziari sono inoltre il fanalino di coda anche per tasso di adozione del cloud pubblico: il 59% infatti non ne fa uso, contro una media globale del 47%. A motivare questo scarso ricorso al cloud pubblico ci sono i cospicui investimenti pregressi nelle applicazioni e la natura altamente regolamentata del settore. Tra le sfide che gli intervistati indicano come più difficili da affrontare c’è la complessità di gestione: l’84% degli intervistati che concorda sul fatto che sia necessaria una gestione più semplice delle infrastrutture multicloud, mentre il 50% cita i problemi di sicurezza come una minaccia all’adozione di un modello multicloud. “Per affrontare le principali sfide legate alla sicurezza, all’interoperabilità e all’integrazione dei dati, l’82% – si legge in una nota di Nutanix – ritiene che il multicloud ibrido, cioè un modello operativo IT con più cloud sia privati che pubblici interoperabili tra loro, sia l’ideale.
Anand Akela: “Sicurezza e resilienza operativa le priorità”
I vantaggi dello spostamento delle applicazioni in cloud
Quasi tutti gli intervistati nel settore dei servizi finanziari (98%) hanno spostato una o più applicazioni in un nuovo ambiente IT negli ultimi 12 mesi, principalmente da data center tradizionali a cloud privati, considerata la penetrazione relativamente bassa del settore nel multicloud e nel cloud pubblico. Lo sviluppo più rapido delle applicazioni (43%) è stato citato più spesso come il motivo per tale spostamento, seguito dalla sicurezza (42%) e dall’integrazione con i servizi cloud-native (40%). Inoltre, con una grande maggioranza (83%) che concorda sul fatto che spostare le applicazioni in un nuovo ambiente può essere dispendioso in termini di tempo e di costi, si prevede che l’adozione dei container aumenti di pari passo con le distribuzioni multicloud per consentire l’esecuzione e lo spostamento delle applicazioni pressoché ovunque, in modo rapido e semplice. Tra gli intervistati, l’86% dichiara che i container assumeranno un’importanza rilevante per le loro aziende entro il prossimo anno.
Le priorità IT per il futuro
Spostando lo sguardo verso le priorità IT del settore dei servizi finanziari per i prossimi 12-18 mesi, gli intervistati hanno citato il potenziamento della sicurezza (54%), il miglioramento della gestione multicloud (49%) e lo sviluppo e/o l’implementazione di tecnologie cloud-native (47%). Inoltre, il 70% degli intervistati ha dichiarato che a fronte della pandemia di aver aumento la spesa per rafforzare la strategia di sicurezza aziendale, il 64% per aumentare l’automazione self-service basata sull’intelligenza artificiale mentre il 64% ha investito in aggiornamenti dell’infrastruttura.