Nuova spinta di Ibm sull’offerta cloud: il colosso It ha annunciato il lancio del “primo cloud pubblico pronto per i servizi finanziari”. La piattaforma specifica per le banche è stata sviluppata usando anche tecnologie della neo-acquisita Red Hat e sfruttando il know-how di Bank of America, che ne è anche il primo grande cliente del mondo bancario.
“Ibm invita gli istituti finanziari e i loro fornitori a unirsi al cloud pubblico financial services-ready“, si legge nella nota dell’azienda americana. “Bank of America si è impegnata a collaborare e usare la piattaforma costruita sul public cloud di Ibm”. La banca ospiterà qui applicazioni chiave e carichi di lavoro “per soddisfare le aspettative di privacy e sicurezza dei suoi 66 milioni di clienti”.
“Stabilendo uno standard che soddisfa le esigenze di conservare e gestire informazioni confidenziali e sensibili il nostro obiettivo è portare il public cloud a un livello di sicurezza senza pari”, ha dichiarato Cathy Bessant, chief operations and technology officer di Bank of America.
Banche sempre più sul cloud
Per le banche investire nel cloud computing è fondamentale ora che le transazioni sono sempre più digitali. Gli operatori del mondo finance hanno bisogno di piattaforme che trasferiscono il denaro rapidamente, forniscono un servizio affidabile e proteggono i dati.
Bank of America ha iniziato sette anni fa il suo “cloud journey” snellendo i data center e creando un suo cloud privato. La seconda più grande banca degli Stati Uniti ha ridotto il numero di server da oltre 200.000 a circa 70.000 e ristretto il numero di data center da 67 a 23, secondo quanto riporta Reuters. Questa strategia ha permesso di ottenere un risparmio di 2 miliardi di dollari annui, ha indicato il ceo Brian Moynihan agli analisti.
Tuttavia, Bank of America usa anche servizi cloud di fornitori esterni perché possono offrire i loro prodotti a costi fino al 30% inferiori rispetto al cloud interno. “Non ci serve l’hardware”, ha affermato Moynihan; “dobbiamo solo trovare il fornitore adeguato”.
Di qui la collaborazione con Ibm, impegnata a trasformare la propria offerta allontandosi dai prodotti e servizi It tradizionali per abbracciare i nuovi paradigmi del cloud, del cognitive computing, dell’intelligenza artificiale e della blockchain.
Il cloud di Ibm per le banche
In un mercato dominato da rivali del calibro di Amazon (Aws) e Microsoft (Azure), Ibm cerca di fare della sicurezza, privacy, resilienza e compliance le carte vincenti della sua proposta. Queste caratteristiche del cloud pubblico Ibm per le banche “aiuteranno gli istituti finanziari a svolgere transazioni con i fornitori tecnologici che soddisfano i requisiti imposti dalla piattaforma”, spiega Ibm. Si tratta dell’unica piattaforma di cloud pubblico industry-specific che può fornire “controlli preventivi e compensatori” per l’adeguamento alle norme sui servizi finanziari, supporto per architetture diverse e sicurezza “automatizzata e proattiva” grazie alla cifratura di alto livello. È proprio nello sviluppo dei controlli di sicurezza che Ibm ha fatto leva sulla collaborazione con Bank of America.
La piattaforma cloud specifica per il finance girerà sul cloud pubblico di Ibm, che ora usa anche la tecnologia OpenShift di Red Hat, l’azienda del software open source che Ibm ha comprato per 34 miliardi di dollari. Il prodotto fa leva ovviamente anche sull’esperienza di Ibm nel cloud e nei servizi per gli operatori finanziari e include più di 190 servizi PaaS cloud-native e Api-driven per creare nuove applicazioni native per il cloud.
La piattaforma è a disposizione dei fornitori software indipendenti (Isv) e dei fornitori Saas (Software-as-a-service): tutti, dai vendor consolidati alle startup emergenti del fintech, possono usarne i solidi controlli di sicurezza e poi applicarli alla loro offerta core, ha indicato Ibm.