LA STRATEGIA UE

Cloud, per le big tech strada spianata in Europa? E che fine ha fatto Gaia-X?

Nella bozza del documento sulle nuove regole per la certificazione cyber sarebbe sparito l’obbligo del requisito di indipendenza per i fornitori, una misura che consentirebbe ai colossi americani di partecipare più facilmente alle gare. Il Sottosegretario Butti segnala il “fallimento” della piattaforma che avrebbe dovuto garantire la sovranità tecnologica. E intanto Aws licenzia centinaia di dipendenti

Pubblicato il 04 Apr 2024

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L’Europa ha fatto un passo indietro sul progetto Gaia-X e la sovranità digitale nel cloudUna bozza del nuovo quadro di certificazione per i cloud provider in Unione europea (Eucs) visionata da Reuters sembra aver eliminato l’obbligo per i fornitori stranieri di servizi cloud (come Aws, Google e Microsoft) di aderire a specifici requisiti di cybersicurezza, tra cui l’indipendenza da leggi extra-Ue, elemento indispensabile per garantire il rispetto delle regole europee sulla privacy ed evitare l’uso di dati e informazioni sensibili da parte di governi esteri, specialmente se lontani dai valori e dalle norme di diritto europei.

Cloud europeo, le big tech Usa la spuntano?

Ciò aprirebbe spazi enormi per le big tech americane per partecipare alle gare sui contratti per il cloud computing in Unione europea, dove il mercato è in espansione grazie alla forte spinta alla digitalizzazione delle imprese e delle pubbliche amministrazioni. Ammorbidire i requisiti di certificazione cyber dell’Eucs andrebbe anche in senso contrario agli obiettivi del progetto Gaia-X per un cloud europeo, che, oltre a puntare sulla sovranità, mira a creare i presupposti perché nascano in Ue delle big tech capaci di rivaleggiare con gli attuali campioni Usa.

Sulla questione di Gaia-X l’Europa si sta interrogando. Mi sembra evidente che le aspettative e le attese riferite al cloud siano andate oggettivamente in una sorta di fallimento” ma “l’obiettivo è riproporre il cloud” sviluppandolo “in modo sicuro”, ha ammesso il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti ai margini del recente G7 dell’Industria, tecnologia e digitale, a Trento.

I requisiti Eucs e il cambio di guardia di Gaia-X

Una bozza delle linee guida Eucs circolata lo scorso anno tra i membri Ue prevedeva per le aziende tecnologiche statunitensi l’obbligo di entrare in joint venture con le aziende dell’Ue e di fare storage e trattamento dei dati dei clienti nei Paesi dell’Unione per ottenere la certificazione Ue sulla cybersecurity e, di fatto, il via libera a operare nel continente e a partecipare alle gare pubbliche.

Questo obbligo ha ricevuto diverse critiche (tra cui quelle esposte nello studio presentato a febbraio da Assintel e realizzato dal think tank European Centre for International Political Economy, Ecipe) e ora, al suo posto, ci sarebbe la richiesta ai provider di informare sul luogo in cui i dati sono tenuti ed elaborati e quali sono le leggi applicabili. I governi dell’Ue stanno esaminando questa bozza.

A fine gennaio Gaia-X ha visto un cambio di guardia ai vertici: Ulrich Ahle ha assunto il ruolo di ceo succedendo a Francesco Bonfiglio, che aveva guidato con successo l’associazione no-profit per quasi tre anni.

Con Ahle al timone, l’associazione di è detta pronta a tracciare un percorso verso risultati ancora più grandi e ad ampliare i confini di ciò che è possibile nel campo dei dati e della tecnologia cloud.  I dati stanno diventando una risorsa ancora più strategica per la sostenibilità e il vantaggio competitivo in diversi settori aziendali, mentre cresce la domanda di collaborazione globale basata su dati condivisi e, in questo contesto, il cloud europeo di Gaia-X rappresenta un’infrastruttura di dati federati ad alte prestazioni, competitiva, sicura e affidabile, ha affermato Ahlein un’intervista pubblicata sul magazine dell’associazione impegnata a promuovere la sovranità dei dati in Europa.

Aws licenzia centinaia di dipendenti

Intanto, Amazon ha confermato il licenziamento di centinaia di dipendenti della divisione di Aws. I licenziamenti riguardano i team che sviluppano le tecnologie e si occupano del marketing per i negozi fisici, inclusi i supermercati Fresh con il sistema completamente automatizzato basato su telecamere (“Just walk out”), che ha eliminato le casse. Sarà sostituito in gran parte da un’altra tecnologia di Amazon, i Dash Carts.

Iniziata alla fine del 2022 e proseguiti nel 2023, la strategia di riorganizzazione del personale ha portato a ridurre il numero di dipendenti di Amazon di oltre 27.000 unità, in ogni settore della società, tra cui il servizio Prime Video, Twitch e Audible. Si tratta del maggior piano di licenziamenti attuato dall’azienda nella sua storia, ma che rassicura gli investitori dopo il rallentamento della crescita delle entrate di Aws e ottiene il plauso di Wall Street, con il titolo di Amazon in rialzo dell’1% sulla scia della notizia.

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