Il mercato cloud-pmi è ancora agli albori. Solo una minoranza di aziende piccole e medie ha adottato questa tecnologia in Europa. E l’Italia è sotto la media. Non solo: le pmi fanno un uso più basilare della nuvola con molto freeware e prodotti consumer. E la conversione al cloud “maturo” sta avvenendo più lentamente del previsto. “Le aziende europee sono in ritardo di due anni rispetto a quelle americane. C’è poi un ulteriore ritardo delle piccole e medie, rispetto alle grandi: molte di loro non sanno quali siano i vantaggi del cloud né che cosa debbano fare per migrarvi”, sottolinea Tiny Haines, analista di Gartner.
Secondo Idc nel 2011 il 64% delle aziende europee usa il cloud; di questa quota però il 19% si limita a sperimentazioni e il 13% lo adotta solo in un’area. Il 32% in più di un’area. La percentuale crolla con le Pmi (escludendo le sperimentazioni): è poco più del 30% per quelle fino a 9 dipendenti, il 45% per quelle con 10-99 e il 48% per quelle da 100 a 249.
Forrester è più prudente: nelle aziende da 100 a 999 dipendenti in Europa e Nord America l’adozione del cloud ammonta al 27% per il Saas (Software as a service), del 14% per Iaas (Infrastructure as a service) e 9% per Paas (Platform as a service), riferendosi alle tre categorie del cloud pubblico.
La situazione italiana è lo specchio della piccola dimensione delle nostre imprese. Secondo dati degli osservatori Ict del Politecnico di Milano solo il 22% delle aziende con meno di 250 addetti dichiara di avere avviato progetti cloud, il 2% intende introdurli e il 76% non fa utilizzo di tali tecnologie. “Tra le aziende che non hanno avviato progetti cloud – spiega Alessandro Piva, tra i curatori della ricerca – solo il 6% dichiara un interesse, contro il 60% che non dimostra alcun interesse e il 10% che dice di non conoscere la tecnologia. Il mercato cloud pmi pubblico in Italia è ad oggi molto piccolo, circa 8 milioni di euro, di cui 3 per lo Iaas, 5 per il Saas. Non va molto meglio per il private cloud dove stimiamo in tutto un mercato per le pmi di circa 10 milioni di euro”. Anche nelle pmi, come nelle grandi aziende il modello private è più diffuso (nel 17% dei casi), rispetto a quello pubblico (5%).
“Il mercato italiano dei servizi cloud è sostenuto dalla forte crescita della spesa delle grandi imprese, mentre le pmi nel medio termine contribuiranno marginalmente, perché continueranno ad essere molto attratte dalle offerte “freeware” e “fremium”, di servizi molto semplici e in genere rivolti anche al mercato consumer”, sottolinea Daniela Rao, di Idc. “Tuttavia sta crescendo significativamente il numero di pmi che utilizzano i servizi cloud e in prospettiva la spesa, anche se contenuta, aumenterà con una dinamica importante”.
Di qui a tutto il 2013 la spesa delle pmi sarà concentrata soprattutto nell’area Saas, secondo Idc e Forrester Research, in Italia e in Europa. E quindi le piccole aziende adottano il cloud soprattutto per usare servizi invece che installare software. Soprattutto per collaborazione, sicurezza, gestione delle campagne di marketing, gestione documentale e contabilità. “Usano il cloud più per il front office, per la gestione delle risorse umane e collaborare con i partner – sottolinea Rao -. Nel 2013 le pmi se ne serviranno per scambiare ordini e comunicare con le grandi aziende con cui collaborano”.