Microsoft scende in campo al fianco dei clienti nelle guerre legali sui brevetti cloud. Se la nuvola è uno dei mercati più in espansione dell’era digitale (1 trilioni di dollari secondo Gartner nel 2020), c’è da attendersi una crescita delle battaglie che riguardano la proprietà intellettuale delle soluzioni sviluppate in cloud. Ecco perché la compagnia di Redmond ha deciso di puntare su una sorta di “polizza” copyright, con l’obiettivo di ampliare il proprio parco clienti e differenziarsi dal grande rivale e leader di mercato Amazon e da Google.
Concretamente la compagnia guidata da Satya Nadella ha scelto di offrire assistenza legale diretta ai clienti che utilizzano il cloud di Azure, piattaforma di Microsoft oggi tra le più utilizzate al mondo, per sviluppare applicazioni e servizi digitali. A disposizione degli sviluppatori ci sarà pure un portafoglio da 10mila brevetti, che consentiranno lo sfruttamento di proprietà intellettuali già protette. Negli ultimi 5 anni, secondo Boston Consulting Group, le battaglie brevettuali in tema di cloud sono aumentate del 22% e Microsoft, essendo il primo cloud provider a lanciare un servizio di tutela legale del genere, sembra averci visto lungo.
Microsoft può “giocare un ruolo positivo e costruttivo di aiuto ai propri clienti”, ha spiegato il presidente e chief legal officer, Brad Smith, utilizzando il termine “ombrello” per descrivere il nuovo pacchetto. Ancor più chiaro il messaggio lanciato da Julia Bianco, corporate vicepresident di Microsoft: “Il cloud è un’innovazione è troppo importante per essere soffocata da azioni legali”.
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